Sant’Egidio, 55 pranzi natalizi per i poveri a Roma

Tante iniziative in chiese, istituti per anziani e nelle carceri. Coinvolte 15mila persone in 55 luoghi del centro e della periferia. Volontari per pasti e regali

Tutto ebbe origine nel 1982, quando su impulso del nuovo parroco di Santa Maria in Trastevere, don Vincenzo Paglia, la Comunità di Sant’Egidio, offrì per la prima volta un pranzo di Natale in chiesa a una ventina di anziani del quartiere. Una piccola iniziativa parrocchiale diventata planetaria nel giro di pochi anni, estendendosi ai senza fissa dimora e ai poveri di ogni latitudine. Attualmente sono 70 i Paesi in cui Sant’Egidio propone il pranzo natalizio per i poveri, a beneficio di almeno 250mila persone.

A Roma, culla del progetto 35 anni fa
, si prevede quest’anno il coinvolgimento di circa 15mila persone in 55 luoghi del centro e della periferia (consulta l’elenco), tra chiese, istituti per anziani e le due carceri. Oltre a Santa Maria in Trastevere, tra le chiese spicca la basilica di San Bartolomeo all’Isola, il “santuario dei martiri” recentemente visitato da Papa Francesco. «Nelle carceri, per motivi logistici, i pranzi non saranno solo il giorno di Natale – spiega Massimiliano Signifredi, coordinatore delle cene itineranti di Sant’Egidio –. A Regina Coeli ne avrà luogo uno martedì 26, mentre a Rebibbia ne faremo due per coinvolgere il maggior numero possibile di detenuti». Anno dopo anno, il volume di attività caritative natalizie della Comunità è cresciuto esponenzialmente: i volontari, oltre che a preparare e servire i pasti, sono impegnati nella distribuzione di regali per gli ospiti, rendendosi anche disponibili per il loro trasporto, anche in considerazione dell’esiguità di mezzi pubblici durante le feste.

«Il pranzo di Natale non è un’iniziativa–spot ben orchestrata ma è il coronamento di un’amicizia che dura tutto l’anno – prosegue Signifredi –. Stare coi poveri il giorno di Natale significa diventare più sensibili nei loro confronti in ogni momento, com’è avvenuto, ad esempio, con l’emergenza freddo del gennaio 2017, quando abbiamo toccato i –5°, temperatura che rarissimamente si registra a Roma. In quell’occasione abbiamo visto tanti romani in fila presso i nostri centri per la raccolta di coperte e vestiario». Questa generosità dei cittadini, lamenta Signifredi, non sempre si riscontra nelle istituzioni civili. «Mentre il mondo istituzionale di solito è poco sollecito – sottolinea – la società civile, le parrocchie, l’associazionismo e il settore del volontariato rispondono con più prontezza ed efficacia alle esigenze e ai bisogni immediati dei poveri. L’anno scorso, ad esempio, abbiamo aperto la chiesa di San Callisto a Trastevere, dove ogni notte ospitiamo trenta persone che non avrebbero dove dormire».

I pranzi natalizi di Sant’Egidio
sono idealmente collegati all’altra iniziativa di rilievo promossa dalla Comunità durante le festività: l’ormai tradizionale Marcia della Pace, che, anche quest’anno, si svolgerà la mattina dell’1 gennaio, la Giornata mondiale della Pace, partendo dall’arco Giovanni XXIII e andando a concludersi al colonnato di piazza San Pietro, in coincidenza dell’Angelus del Papa. «È un tempo molto difficile segnato da notizie allarmanti e minacce di guerra, talora anche episodi di guerra veri e propri – conclude Signifredi –. Unire i due momenti del pranzo di Natale come gesto di carità e della Marcia ci dà la prospettiva che l’anno nuovo sia all’insegna di un vero slancio per la pace».

 

22 dicembre 2017