Nel mondo oltre 200milioni i cristiani perseguitati

E se si parla di quelli discriminati la cifra sale a 500milioni. Se ne parla nel libro della giornalista Marta Petrosillo di Aiuto alla Chiesa che Soffre

E se si parla di quelli discriminati la cifra sale a 500milioni. Se ne parla nel libro della giornalista Marta Petrosillo di Aiuto alla Chiesa che Soffre 

Sono 200 milioni i cristiani perseguitati nel mondo, cifra che sale a 500 milioni se si considerano quelli discriminati. Un dramma poco noto che colpisce i cristiani in ogni angolo della terra: da Oriente ad Occidente, dall’Africa all’Asia. Un vero genocidio in alcuni Paesi. Basti pensare che in Iraq fino al 2003 i cristiani erano un milione, mentre oggi sono 300 mila. Donne stuprate, rapite, incarcerate, costrette a convertirsi e a sposare musulmani. Bambini uccisi o trasformati in kamikaze.

Questo il quadro che emerge dal libro “Perseguiteranno anche voi. La testimonianza cristiana nel mondo” di Marta Petrosillo, scritto per “La nuova bussola quotidiana” e presentato questa mattina, lunedì 12 settembre, nella sala stampa di Palazzo Montecitorio. «Oggi i cristiani sono sempre più perseguitati in moltissime aree del mondo perché sono il gruppo religioso più numeroso ma in forte minoranza proprio in quei Paesi dove ci sono gravi violazioni della libertà religiosa – ha spiegato l’autrice –. C’è quindi il tentativo di imporsi da parte delle religioni di maggioranza, in modo particolare di quella islamica. In qualche modo siamo responsabili anche noi perché in alcune parti del mondo il cristiano è identificato con l’occidente e dall’11 settembre in poi con la guerra in Iraq e in Afghanistan è aumentato l’odio verso gli occidentali. Odio che si è riversato verso le comunità cristiane locali. È un fenomeno complesso e che deve essere approfondito. Può intervenire anche il Governo e, come hanno fatto il Parlamento europeo, gli Stati Uniti e l’Inghilterra, può riconoscere come genocidio questi stermini».

Le fa eco Alfredo Mantovano, presidente della sezione italiana di “Aiuto alla Chiesa che Soffre”, fondazione presente in 21 Paesi soprattutto nelle aree di maggiore persecuzione. «Oggi il Parlamento italiano ha una occasione importante – ha affermato – sono state presentate delle mozioni, a firma di tanti partiti diversi, affinché si riconosca che quello che sta accadendo è un genocidio. Ci deve essere un’attenzione sempre alta verso questo dramma e non solo quando accadono le stragi perché ogni giorno i cristiani vengono uccisi in varie parti del mondo». Gli aiuti della fondazione si traducono in opere come la ricostruzione di chiese distrutte o la riapertura di scuole. «I cristiani fuggiti da Mosul – ha spiegato Mantovano – sono stati alloggiati in prefabbricati costruiti con fondi della fondazione».

«Dobbiamo ringraziare Dio perché in Italia non abbiamo ancora assistito a forme di violenza viste in Francia e in Belgio – ha aggiunto l’onorevole Paola Binetti – ma abbiamo il dovere di far conoscere questo dramma, e mettere in evidenza che ancora oggi al primo posto al mondo c’è la persecuzione cristiana. Nessuno di noi può rimanere indifferente».

Una fotografia di quanto accade in Pakistan è stata scattata da monsignor Joseph Coutts, arcivescovo di Karachi e presidente della Conferenza episcopale pakistana. «Sono 180 milioni gli abitanti del Pakistan e di questi solo 3 milioni sono cristiani, vale a dire il 2% – ha spiegato – Non siamo una comunità nascosta e silenziosa, abbiamo scuole, ospedali dove diamo quotidianamente testimonianza che l’amore di Cristo raggiunge tutte le fedi. Ora, però, siamo chiamati ad essere testimoni di una Chiesa sofferente. Sono tantissime le ragazze che ogni anno vengono strappate alle famiglie e obbligate a convertirsi sotto la minaccia di far del male ai propri cari».

Non è diversa la situazione in
Iraq dove i cristiani «erano perseguitati molto prima dell’avvento dello stato islamico. Anzi, la pace in Iraq si è vista poche volte ed è durata molto poco ma i cristiani hanno resistito fino ad oggi» ha evidenziato padre Rebwar Basa, religioso iracheno della diocesi di Erbil. «Quello delle persecuzioni cristiane è un tema scomodo – ha detto Riccardo Cascioli, direttore de La nuova bussola quotidiana – si evita volentieri anche tra cristiani perché si teme che possa rovinare il dialogo invece è la verità che contribuisce a dialogare».

 

 

12 settembre 2016