Immigrati aggrediti in pieno centro, Sant’Egidio: «Promuovere integrazione»

Un egiziano e un bengalese di 27 anni sono stati prima insultati e poi picchiati. Ad avere la peggio il bengalese arrivato in ospedale con il volto tumefatto. Cinque giovani italiani i responsabili

Cinque ragazzi romani, tra i 17 e i 19 anni, hanno aggredito, prima verbalmente e poi fisicamente, un cittadino del Bangladesh e un egiziano. Il fatto di chiaro sfondo razzista (hanno urlato «Sporco negro» e «Gli immigrati fuori dall’Italia») è avvenuto intorno alle tre di notte del 29 ottobre in piazza Cairoli. Ad avere la peggio è stato il 27enne bengalese, trasportato al pronto soccorso del Fatebenefratelli e poi al San Camillo. Al suo arrivo in ospedale aveva il volto tumefatto per i colpi ricevuti, con fratture al naso, alle orbite e alla mascella. Subito dopo la polizia è intervenuta bloccano cinque aggressori a distanza di 40 minuti. Il 18enne che ha sferrato il calcio al volto del bengalese è stato arrestato per tentato omicidio, gli altri sono stati denunciati per lesioni.

Sull’aggressione di piazza Cairoli è intervenuta la Comunità di Sant’Egidio esprimendo «vicinanza e solidarietà ai due cittadini stranieri vittime di un terribile agguato nel cuore di Roma mentre tornavano dal lavoro che svolgono in un ristorante del centro storico. La violenza, accompagnata da un linguaggio di disprezzo, è spesso il frutto di una “predicazione dell’odio” nei confronti di chi si ritiene diverso, alimentata da pregiudizi e ignoranza o da colpevoli strumentalizzazioni. A farne le spese sono, troppo spesso, persone innocenti, in questo caso lavoratori già inseriti nel tessuto produttivo della città».

Roma «non può accettare che prevalga questo clima: c’è bisogno di costruire una rete che favorisca l’incontro fra realtà diverse, la conoscenza e l’integrazione tra i suoi abitanti, soprattutto nelle periferie. Il fatto che gli autori dell’agguato siano tutti giovanissimi richiede inoltre un impegno importante di educazione al rispetto e alla non violenza che deve coinvolgere tutti, a partire dalle scuole e dalle famiglie».

30 ottobre 2017