Zuppi presidente Cei, la gioia a Trastevere
Le testimonianze dei parrocchiani dopo la nomina decisa dal Papa. Juan: ascoltandolo ho riscoperto il Vangelo. Margherita: nonostante la distanza non ha mai dimenticato un compleanno
Il pastore che incarna il Vangelo, che accoglie con affetto chiunque, che presta la massima attenzione a chi ha davanti. A Trastevere è «incontenibile la gioia» per la nomina di “don Matteo” Zuppi a presidente della Cei. Nel quartiere dove ha trascorso quasi 30 anni – dal 1981 al 2000 è stato viceparroco di Santa Maria in Trastevere e poi parroco fino al 2010 – nessuno lo chiama cardinale, per tutti è semplicemente «il don che accoglie tutti e ricorda il nome e le difficoltà di ognuno», dice Juan, originario del Perù, ricordando il primo incontro nel 2003 in occasione del pranzo di Natale in basilica. «Mi ha invitato al suo tavolo e abbiamo chiacchierato come se ci conoscessimo da sempre – racconta -. La sua ospitalità mi ha commosso e con il tempo, ascoltandolo, ho riscoperto il Vangelo».
Un’esperienza simile l’ha vissuta Giuseppe, che dal 2010 al 2012 ha seguito il sacerdote anche a Torre Angela, dopo la nomina di parroco ai Santi Simone e Giuda Taddeo. «Quando ci siamo conosciuti avevo dei problemi personali enormi – afferma -. Lui mi ha letteralmente salvato la vita. La sua testimonianza di sacerdote per gli ultimi e le sue meditazioni mi hanno riavvicinato alla Chiesa. È una persona squisita, magari fossero tutti così».
Maurizio Capotondi – papà dell’attrice Cristiana – lo definisce «una calamita. La sua forza è l’incontro, l’ascolto, il tempo dedicato all’altro. È davvero l’uomo del dialogo interreligioso», aggiunge Capotondi spiegando che la moglie Rossella è di origine ebraica «ma per ascoltarlo ha sempre partecipato alla Messa. Dà importanza alla persona che ha davanti. Una volta ha fatto attendere qualche minuto un ambasciatore perché doveva finire il discorso che stavamo facendo». L’amicizia tra Cristina e don Matteo è nata nel 2001 quando Roma ospitò i Giochi olimpici silenziosi, ossia una manifestazione multisportiva per sordi. «Chiedemmo di celebrare una Messa per i non udenti – spiega Cristina -. Ci fece sentire subito a casa e da allora ogni domenica c’era la liturgia per i sordi. Ha voluto gli interpreti per la lingua dei segni anche a Torre Angela e per noi è “il prete dei sordi”».
Margherita, studentessa di economia ed ex catechista, a Santa Maria in Trastevere, conosce don Matteo «da sempre. È amico di famiglia, lui mi ha battezzato, dato la Prima Comunione e cresimato». Il 27 ottobre 2015 Papa Francesco lo nominò nuovo arcivescovo di Bologna, «ma nonostante gli impegni e la distanza non ha mai dimenticato un compleanno», prosegue Margherita, che ricorda emozionata il primo abbraccio in piazza Santa Maria in Trastevere la sera del 5 ottobre 2019 per la prima Messa da cardinale. Anche da porporato «ogni qualvolta si trovava a Roma dedicava del tempo all’arciconfraternita del Santissimo Sacramento e Maria Santissima del Carmine a Trastevere, per la quale è stato una presenza costante impegnandosi, come vescovo ausiliare del settore Centro (dal 2012 al 2015), per la festa della Madonna de Noantri. Nonostante l’agenda fitta di impegni è sempre stato disponibilissimo», dice il governatore Pietro Solfizi.
30 maggio 2022