Zuppi (Cei): per la politica, è «l’ora dei doveri e delle responsabilità»

Dal presidente dei vescovi italiani, l’esortazione ad affrancarsi da «tatticismi incomprensibili e rischiosi» per affrontare la prossima scadenza elettorale. L’invito a «trovare il più virtuoso punto d’incontro tra ciò che è buono e ciò che è realmente possibile»

«In questo momento così decisivo e pieno di rischi per l’Italia e l’Europa, desidero rinnovare il forte appello alla responsabilità individuale e collettiva per affrontare la prossima scadenza elettorale». Il presidente dei vescovi italiani Matteo Zuppi, cardinale arcivescovo di Bologna, interviene sulla situazione sociale e politica del Paese con una nota che parte anzitutto dal «sentito ringraziamento al presidente Draghi e a tutto il governo da lui presieduto per lo sforzo di questi mesi così difficili e per il metodo di lavoro che lo ha distinto. Comporre visioni discordanti in un unico interesse unitario – rileva Zuppi – credo resti metodo indispensabile anche per il futuro».

Nelle parole del cardinale, «l’indispensabile interesse superiore impone di mettere da parte quelli personali o individuali, per affrancare la politica da tatticismi ormai, peraltro, incomprensibili e rischiosi per tutti». L’esortazione è a «pensare alla sofferenza delle persone» e a «garantire risposte serie, non ideologiche o ingannevoli, che indichino anche, se necessario, sacrifici, ma diano sicurezza e motivi di speranza». Il «fondamentale» confronto politico, allora, «non deve mancare di rispetto e deve essere improntato alla conoscenza dei problemi, a visioni comuni senza furbizie, con passione per la cosa pubblica e senza agonismi approssimativi che tendono solo a piccoli posizionamenti personalistici e non a risolvere le questioni».

Il presidente dei vescovi ne è convinto: «La crisi può, anzi, deve essere una grande opportunità per ritrovare quello che unisce, per rafforzare il senso di una comunità di destino e la passione per rendere il nostro Paese e il mondo migliori». La memoria va, quindi, all’esperienza delle pandemie, che «ci hanno reso tutti consapevoli della vulnerabilità, di come può essere messo in discussione quello che appariva sicuro, come tragicamente vediamo con la guerra e le sue pericolose conseguenze internazionali. Dal dopoguerra – ricorda – non abbiamo mai vissuto una congiuntura così complessa, a causa dell’inflazione e delle diseguaglianze in aumento, del debito pubblico che ha raggiunto una dimensione enorme, del ritorno a un confronto tra blocchi che assorbe enormi energie e impedisce lo sviluppo, dell’emergenza climatica e ambientale, della difficoltà del mondo del lavoro con la condanna al precariato con il suo carico di fluidità».

Anziani non autosufficienti, disabili, ma anche «i tanti malati psichici, la tanta e atroce solitudine»: il presidente Cei passa velocemente in rassegna le fragilità emerse con il dilagare del Covid-19, per evidenziare la necessità di «una protezione della persona efficace, che solo uno straordinario impegno può permettere. È quello che Papa Francesco chiama amore politico – aggiunge -. Non possiamo costruire il futuro delle prossime generazioni avendo come unico orizzonte il presente, perché gli interessi di corto respiro diventano inevitabilmente interessi di parte, individuali». Quindi, il monito: «Si presenta, inevitabile, l’ora dei doveri e delle responsabilità per cui la politica dovrà trovare il più virtuoso punto d’incontro tra ciò che è buono e ciò che è realmente possibile perché le risorse esistenti non vadano sprecate ma collocate al servizio del bene comune e dell’intera popolazione. È un tempo – continua – nel quale dobbiamo ricostruire il senso di comunità, in cui, come ha ricordato il presidente Mattarella, occorre un “contributo costruttivo” da parte di tutti, specialmente di chi sceglie di impegnarsi nella vita politica. E ci auguriamo siano tanti e con tanta e profonda motivazione per il bene comune».

Da ultimo, Zuppi ricorda l’appuntamento del prossimo 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, quando la Conferenza episcopale italiana è stata invitata a compiere il gesto dell’offerta dell’olio per la lampada votiva sulla tomba del Santo. «Sarà un momento di gratitudine per quanti stanno aiutando il popolo italiano a far fronte agli effetti della pandemia – assicura -. Sarà anche occasione per una preghiera speciale per l’Italia e per la pace».

25 luglio 2022