Zohra, 8 anni, domestica e baby sitter, uccisa per aver liberato dei pappagallini

La notizia arrivata dal Pakistan. Francesco Garofalo (Centro studi La Pira): «Intreccio diabolico tra schiavitù e sfruttamento dei bambini. L’infanzia va protetta»

Aveva 8 anni Zohra Shah. E a 8 anni era domestica e baby sitter di un bimbo di un anno. I suoi datori di lavoro l’hanno uccisa per aver liberato dei pappagallini in gabbia. La notizia arriva dal Pakistan: prima ancora che la morte atroce di questo «angelo innocente», però, quello che appare evidente è «il persistere e il rinnovarsi di un intreccio diabolico di schiavitù e sfruttamento dei bambini».

A parlare è Francesco Garofalo, presidente del Centro studi Giorgio La Pira di Cassano all’Jonio. «Nel mondo – evidenzia – sono più di 150 milioni i minori intrappolati in impieghi che mettono a rischio la loro salute mentale e fisica e li condannano ad una vita senza svago né istruzione, secondo i dati forniti dall’Unicef. Oggi più che mai, occorre il coraggio e la tenacia ovunque di dire la verità e spezzare le tante catene dell’omertà». Per Garofalo, «la morte di Zohra è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che non può essere assolutamente tollerato, che si ripropone oggi, in tutta la sua drammaticità e impone a tutti i governi di affermare che l’infanzia va protetta da ogni tipo di violenza e sfruttamento».

Parla di un «macigno sulle coscienze di ognuno di noi», il presidente del Centro La Pira. «Ma l’indignazione – conclude – rischia di diventare retorica se non accompagnata dalla chiarezza legale e costituzionale», che in Pakistan e in altri Paesi necessita «evidentemente» di «essere rivisitata».

10 giugno 2020