Zimbabwe: l’esercito occupa la Capitale

I militari rassicurano: «Non è un colpo di Stato». L’intervento in piena crisi tra il capo dello Stato e quello dell’esercito, che aveva criticato la destituzione del vicepresidente, potenziale successore di Mugabe

L’esercito ha preso il potere nello Zimbabwe. «Siamo intervenuti contro criminali vicini al presidente Robert Mugabe», dichiarano i vertici militari, assicurando che «non è un colpo di Stato». I soldati, giunti nella Capitale Harare, hanno bloccato le strade nei dintorni degli uffici del governo, del parlamento e delle sedi giudiziarie. Con un comunicato letto alla tv nazionale, il maggiore generale Sibusiso Moyo sostiene che l’unico obiettivo sono criminali «che causano sofferenze sociali ed economiche alla popolazione» e che una volta compiuta la missione dell’esercito la situazione tornerà alla normalità.

«Vogliamo garantire alla nazione che sua eccellenza il Presidente della repubblica dello Zimbabwe e comandante in capo delle forze armate Robert Mugabe e la sua famiglia sono sani e salvi e che la loro sicurezza è garantita», le parole del generale. L’esercito è intervenuto in piena crisi fra il capo dello Stato e quello delle dell’esercito Constantino Chiwenga che aveva criticato la destituzione del vicepresidente Emmerson Mnangagwa, considerato potenziale successore di Mugabe, al potere in Zimbabwe dal 1980, quando il Paese conquistò l’indipendenza dalla Gran Bretagna e lui diventò primo ministro. L’opposizione ha affermato di augurarsi una democratizzazione della nazione.

Intanto l’ambasciata degli Stati Uniti nello Zimbabwe ha allertato i cittadini americani, invitandoli a non uscire dalle proprie case fino a nuovo ordine. La scelta di Mugabe, 93 anni – che nel 2007 fece modificare la Costituzione per rimanere al potere sine die, abolendo il limite di 4 mandati presidenziali – era finalizzata, secondo fonti di stampa, a lasciare l’incarico alla moglie, Grace Mugabe, discussa figura del regime.

15 novembre 2017