Zamagni: «L’iperconsumismo diminuisce la felicità»

A Firenze, primo Festival dell’economia civile. «Oggi pensiero unico, veicolato dai social». Becchetti: «Il mondo gira intorno alle nostre grandi scelte di consumo»

«Chi ha il potere economico finirà, lo sta già facendo, per esercitare un’egemonia economica e culturale» e tutto questo «è un fatto di democrazia e libertà». Lo ha detto l’economista Stefano Zamagni aprendo questa mattina, 29 marzo, a Firenze il primo Festival dell’economia civile. «Oggi viviamo sotto un pensiero unico che è camuffato e veicolato dai cosiddetti social, i giovani lo bevono senza rendersi conto che sono manipolati dall’esterno e il guaio è che i giovani pensano di essere liberi». Secondo Zamagni, «l’iperconsumismo diminuisce la felicità: dobbiamo utilizzare il sovrappiù economico, siamo a favore del progresso e della prosperità ma deve essere di tipo inclusivo, il sovrappiù deve essere utilizzato per cambiare stili di vita e migliorare la qualità del lavoro». Zamagni ha poi approfondito la differenza tra economia civile ed economia totale. «L’economia civile punta al bene comune, non al bene totale; il bene totale è il pil, per l’economia civile il pil non basta, genera sì utilità ma non dà felicità, che invece è legata alle relazioni interpersonali».

Alla prima giornata del festival anche Leonardo Becchetti, direttore del FNEC Festival dell’economia civile e cofondatore di NeXt, che ha sottolineato come sia «importante fare un passo avanti e capire cosa significa “generatività”. L’economia civile significa “uno+uno fa tre” e va contro la filosofia del “uno contro uno fa meno di due”. Il valore che si crea è maggiore di quello che si crede. Oggi non basta avere contenuti ma bisogna sapere comunicarli. Il mondo gira intorno alle nostre grandi scelte di consumo. Dovremmo premiare le aziende all’avanguardia nel settore dell’ambiente. Attivando meccanismi partecipativi. L’attuale sistema brucia leader ma l’economia civile, al contrario, punta alla collaborazione. La fiducia può creare cooperazione e moltiplicare la nostra capacità di fare».

A fare gli onori di casa è stato il sindaco di Firenze Dario Nardella: «Gli attuali indicatori dell’economia, purtroppo, non riescono a farci comprendere a pieno la situazione economica attuale. Ecco perché occorre un cambiamento. L’economia civile mette al centro la persona ma anche il lavoro e l’impresa. Il lavoro, infatti, è un valore che rappresenta la dignità dell’uomo; non i soldi. D’altronde tutto ciò è racchiuso anche nell’articolo 1 della Costituzione Italiana ed è per questo che non capisco le attuali politiche di assistenzialismo. Come può il Reddito di cittadinanza incrementare la ricerca di lavoro? Sono fiducioso che questo festival crescerà, poiché la chiave più moderna dell’economia civile è la cultura».

Augusto Dell’Erba (presidente Federcasse BCC) ha dichiarato: «L’idea di questo Festival nasce in Federcasse ma molti ci hanno aiutato. Siamo a Firenze, poiché questo è il luogo dell’Umanesimo e di un modo di intendere l’economia finalizzata al bene comune». Per dell’Erba sarà importante ragionare anche di un nuovo approccio alla finanza, capace di creare realmente utilità sociale e benessere diffuso. «in questo senso – ha concluso – particolare è l’esperienza delle banche cooperative di comunità, quali le bcc e case rurali».

29 marzo 2019