Oltre 19mila raid aerei che hanno devastato scuole, ospedali e infrastrutture. Un milione e mezzo di minori costretti a fuggire. Più di un bambino al giorno vittima delle bombe vendute dai governi stranieri alla Coalizione a guida saudita, che ogni mese colpiscono 37 piccoli. Ancora, 10 milioni di minori che non hanno accesso a cure mediche adeguate; 1 ragazza su 3 e 1 ragazzo su 4 che non hanno la possibilità di andare a scuola. A tracciare un bilancio alla vigilia del quarto anniversario dell’inizio dell’escalation della guerra in Yemen è Save the Children. Secondo i dati dell’organizzazione, da quando è iniziato il conflitto, «si contano quasi 6.500 minori uccisi o feriti dai bombardamenti ma i numeri potrebbero essere anche più elevati». Solo negli ultimi 12 mesi, evidenziano, «le bombe straniere hanno provocato la morte di almeno 226 bambini e il ferimento di quasi 220: in particolare, 210 bambini sono stati colpiti mentre si trovavano a casa o nei pressi della loro abitazione, mentre 150 si trovavano in auto, a volte mentre fuggivano».

I bombardamenti, evidenziano da Save the Children, sono condotti «con gli armamenti prodotti all’estero e venduti dai governi stranieri alla Coalizione a guida saudita». Tra questi anche le «bombe prodotte in Italia dalla fabbrica Rwm nello stabilimento di Domusnovas, in Sardegna, e la cui esportazione verso Paesi che violano i diritti umani è vietata dalla legge italiana sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento». Proprio per questo, nell’ambito della campagna “Stop alla guerra sui bambini” l’organizzazione lancia una petizione on line «per chiedere con forza al ministero degli Affari esteri di fermare immediatamente la vendita di armi italiane utilizzate contro i bambini in Yemen». Già raccolte oltre 54mila firme.

«L’uso di armi esplosive in aree densamente popolate è una tattica crudele utilizzata da chi vuole uccidere e distruggere indiscriminatamente. Tanti, troppi bambini continuano a morire mentre sono rintanati in casa per cercare di proteggersi dai bombardamenti o mentre cercano di fuggire dal pericolo», denuncia il direttore di Save the Children in Yemen Tamer Kirolos, in questi giorni a Roma per sensibilizzare l’opinione pubblica italiana sul conflitto in corso. «Non si può neanche lontanamente immaginare il terrore che possono provare quando una bomba cade sulla loro casa né la gravità delle ferite fisiche e mentali che tutto questo lascia in maniera indelebile su di loro», aggiunge, sottolineando che «quello che sta accadendo in Yemen dovrebbe scioccare il mondo e deve finire immediatamente». Per questo, conclude, «chiediamo che nessun governo al mondo consenta l’esportazione di bombe e armi a quelle parti in conflitto che colpiscono indiscriminatamente i bambini perché nessun bambino dovrebbe subire le crudeltà indicibili che ogni giorno si perpetrano in Yemen».

25 marzo 2019