Yemen, in aumento da 2 a 3,2 milioni le persone senza cibo sufficiente

L’analisi condotta da Fao, Unicef e Wfp in 133 distretti: allarmante aumento delle persone che si trovano ad affrontare alti livelli di insicurezza alimentare acuta

Nei prossimi 6 mesi il numero di persone nello Yemen che affronteranno alti livelli di insicurezza alimentare acuta aumenterà da 2 milioni a 3,2 milioni, a causa del coronavirus. È quanto rivela l’ultima analisi della Classificazione integrata delle fasi di sicurezza alimentare (Ipc) pubblicata da Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), Unicef, Wfp (Programma alimentare mondiale) e dai partner. Shock economici, conflitti, inondazioni, locuste del deserto e ora il Covid-19, evidenziano, stanno creando una “tempesta perfetta” che potrebbe invertire i sudati progressi nel campo della sicurezza alimentare compiuti nel Paese.

L’analisi condotta finora in 133 distretti dello Yemen meridionale prevede un allarmante aumento delle persone che si trovano ad affrontare alti livelli di insicurezza alimentare acuta, entro la fine dell’anno. L’insicurezza alimentare acuta in queste aree è stata mitigata lo scorso anno grazie a un massiccio aumento dell’assistenza umanitaria «ma tutto il lavoro fatto potrebbe essere rapidamente cancellato poiché si prevede che il numero di persone che affronteranno alti livelli di insicurezza alimentare acuta aumenterà da 2 milioni a 3,2 milioni nei prossimi sei mesi». Ciò rappresenterebbe un aumento dal 25% (a febbraio-aprile) al 40% della popolazione (a luglio-dicembre) che soffre di alti livelli di insicurezza alimentare acuta, anche se saranno mantenuti l’assistenza alimentare umanitaria e l’accesso a coloro che ne hanno bisogno.

Il motore principale della crisi: il declino economico, ma anche il conflitto in corso resta un «fattore chiave dell’insicurezza alimentare acuta». In calo anche le rimesse degli yemeniti all’estero, di circa il 20%. «Lo Yemen sta affrontando una crisi su diversi fronti – dichiara Laurent Bukera, direttore del Wfp in Yemen -. Dobbiamo agire adesso. Nel 2019, grazie a un sensibile ampliamento dell’assistenza, il Wfp e i suoi partner hanno invertito il deterioramento delle condizioni nelle zone più colpite dello Yemen. I segnali di allarme sono tornati – prosegue – e, con l’aggiunta della pandemia di coronavirus, la situazione potrebbe peggiorare molto se l’azione umanitaria sarà ritardata».

Anche per il rappresentante Unicef nel Paese Sherin Varkey, «una pericolosa combinazione di conflitti, difficoltà economiche, scarsità di cibo e un sistema sanitario debole hanno spinto milioni di bambini nello Yemen sull’orlo del baratro, e la crisi del Covid-19 potrebbe peggiorare ulteriormente le cose. Sempre più bambini piccoli rischiano di diventare gravemente malnutriti e di richiedere cure urgenti. Un maggiore e costante sostegno è vitale se vogliamo salvare la vita di questi bambini».

Diverse le azioni urgenti raccomandante nell’analisi fornita dagli organismi internazionali, a cominciare dal garantire un’assistenza alimentare continua e senza ostacoli per salvare vite umane e proteggere i mezzi di sussistenza delle popolazioni che si trovano ad affrontare livelli elevati di insicurezza alimentare acuta, compresi gli sfollati. Si suggerisce anche di riabilitare le infrastrutture idriche danneggiate dalle inondazioni; sostenere gli agricoltori che hanno perso i raccolti e i pascoli a causa di parassiti e shock climatici; promuovere buone pratiche nutrizionali a livello domestico; rafforzare i sistemi di allarme rapido e di monitoraggio generale della sicurezza alimentare per mitigare l’impatto negativo degli shock e consentire una risposta rapida e coordinata.

23 luglio 2020