«Fame estrema e malattie». Sono questi, per Save the Children, i killer che ogni giorno uccidono in Yemen 130 bambini. Uno ogni 10 minuti. E «il blocco continuativo della coalizione saudita che interessa i porti di ingresso nel nord del Paese potrebbe, con probabilità, accrescere ulteriormente il bilancio delle vittime, superando la previsione secondo la quale 50mila bambini malnutriti sotto i 5anni potrebbero morire quest’anno». Secondo le stime dell’associazione, sono quasi 400mila nel Paese i bambini che hanno bisogno di cure per la malnutrizione acuta grave «ma le agenzie stanno faticando a raggiungerli a causa dei deficit di fondi cronici, della più ampia epidemia di colera nella storia moderna e degli ostacoli che incontrano nel fornire cibo e aiuti».

La decisione di bloccare l’intero accesso ai punti di ingresso chiave, quali l’aeroporto di Sana’a e i porti di Hodeidah e Saleef, pone ora ulteriori migliaia di bambini a rischio. «Queste morti sono assurde quanto prevenibili – osserva Tamer Kirolos, direttore di Save the Children in Yemen -: più di cento madri piangono la perdita di un figlio, giorno dopo giorno. Save the Children attualmente ha 5 container pieni di cibo salvavita per bambini malati e malnutriti bloccati ad Aden, a causa della chiusura delle strade – continua -. Medicine essenziali, carburante e riserve di cibo inizieranno a esaurirsi nel giro di settimane. È completamente inaccettabile lasciar morire i bambini per negligenza e a causa della mancanza di volontà politica». Per il direttore di Save the Children Yemen, «senza un’azione urgente, il futuro appare cupo: a meno che il blocco venga sciolto immediatamente, ancora più bambini moriranno. La guerra ha già distrutto i servizi pubblici e creato la più grave crisi umanitaria al mondo. Punire i bambini yemeniti restringendo l’accesso ad aree del Paese è un gesto sconsiderato».

15 novembre 2017