Yemen, bombe sull’ospedale di Save the Children. 7 morti

Il raid aereo ha colpito una struttura supportata dall’organizzazione. Tra le vittime, 4 bambini. La richiesta: stop alla vendita di armi alle parti in conflitto

Sette persone uccise, tra cui 4 bambini, e 8 feriti. È il bilancio del raid aereo che ieri, 26 marzo, ha colpito un ospedale sostenuto da Save the Children a Ritaf, nel nord ovest dello Yemen, a circa 100 chilometri da Saada. Alle 9.30 del mattino, riferiscono dall’organizzazione, un missile ha colpito un distributore di carburante vicino all’ospedale rurale, che era aperto solo da 30 minuti – «il personale stava ancora arrivando» -, cadendo a meno di 50 metri dall’edificio principale della struttura ospedaliera. Tra le vittime un operatore sanitario, che ha perso la vita insieme ai suoi due bambini. Con loro sono morti anche altri due bambini e un addetto alla sicurezza; 8 le persone rimaste ferite.

L’attacco, sottolineano da Save the Children, avviene nel giorno del quarto anniversario dell’inizio dell’escalation del conflitto in Yemen. Conflitto nel quale solo nell’ultimo anno 37 bambini ogni mese hanno perso la vita a causa delle bombe straniere. «Siamo scioccati e atterriti da questo attacco oltraggioso. Bambini innocenti e operatori sanitari hanno perso la vita in quello che sembra essere stato un attacco indiscriminato a un ospedale in un’area densamente popolata. Attacchi come questi sono una violazione delle leggi internazionali», dichiara Helle Thorning-Schmidt, Ceo di Save the Children International, che ha visitato le strutture sanitarie dell’organizzazione in Yemen lo scorso anno. «Questo ospedale è solo uno dei tanti supportati da Save the Children in tutto lo Yemen, per offrire aiuti salvavita in quello che oggi è il peggiore Paese al mondo dove essere bambini. Al contrario – prosegue -, questi bambini hanno il diritto di essere al sicuro nei loro ospedali, nelle loro scuole e nelle loro case. Eppure continuiamo a vedere un completo disprezzo da parte di tutte le parti in guerra nello Yemen per principi universali, come il fatto che i bambini devono essere protetti. Dobbiamo assolutamente fermare questa assurda guerra sui bambini».

La richiesta di Save the Children, che supporta l’ospedale colpito e sostiene i costi del suo staff, è che si sponda immediatamente ogni vendita di armi alle parti in conflitto nel Paese, dove i bambini continuano a essere uccisi e mutilati indiscriminatamente. Ancora, l’organizzazione chiede che vengano applicate tutte le pressioni diplomatiche a tutte le parti coinvolte nel conflitto per risolverlo attraverso consultazioni e negoziazioni, e per coloro che commettono violazioni del diritto internazionale. In Italia è stata lanciata anche una petizione pubblica on line per chiedere lo stop alle esportazioni di armi alla coalizione a guida saudita, adoperate per attacchi indiscriminati contro i bambini.

Intanto dalle Nazioni Unite arriva anche l’allarme colera: oltre 120mila le persone già contagiate, 234 i morti. La malattia, stando alle fonti Onu, ha colpito almeno mille bambini al giorno nelle ultime due settimane. Secondo l’ufficio di coordinamento per gli affari umanitari, la malnutrizione legata alla guerra ha l’effetto di rendere i piccoli più vulnerabili alla malattia.

27 marzo 2019