Welfare aziendale e responsabilità sociale, per andare “Oltre il profit”

Alla Camera il convegno promosso dal Centro nazionale per il volontariato in vista del Festival italiano. Patriarca: «Valorizzare i modelli vincenti»

Alla Camera dei Deputati il convegno promosso dal Centro nazionale per il volontariato in vista del Festival italiano. Patriarca: «Valorizzare i modelli vincenti»

Welfare aziendale e Società Benefit: un punto di contatto tra il mondo dell’associazionismo e l’imprenditoria sotto il segno della responsabilità sociale. Se ne è parlato ieri, 8 marzo, alla Camera durante il convegno “Oltre il profit”, l’appuntamento che il Centro nazionale per il nolontariato, Valore D e Aggiornamenti Sociali hanno organizzato in vista del Festival Italiano del Volontariato che si terrà a Lucca dal 14 al 17 aprile. A fare gli onori di casa il deputato Pd Edoardo Patriarca, presidente del Cnv: «Papa Francesco ha parlato di vocazione, un bellissimo messaggio dato durante l’udienza ai soci di Confindustria. Quello che conta è investire nella comunità, nelle risorse personali e collettive: solo investendo nel capitale umano si può avere davvero un buon prodotto». Padre Giacomo Costa, direttore di Aggiornamenti Sociali, ha ribadito l’importanza di questa nuova direzione: «L’enciclica Laudato si’ ci ha dato uno stimolo al dialogo, ad assumere uno sguardo ecosistemico, a favorire la relazione tra le parti. Un invito che va colto non in maniera edulcorata ma va messo in pratica completamente».

Le iniziative che mostrano il lato buono del fare impresa sono già tante, e, ha spiegato l’onorevole Silvia Fregolen, aumenteranno dopo la recente approvazione nella legge di Stabilità della forma giuridica delle Società Benefit, società che hanno come duplice fine il lucro e il beneficio per la società. Una «piccola rivoluzione» che vede «l’Italia apripista in Europa» ha aggiunto. Come ha chiarito Leonardo Becchetti, economista di Tor Vergata, il nuovo modo per qualificare le società potrà avere varie applicazioni: «Pensiamo alla legge sugli appalti – ha sottolineato -. Sono delle classificazioni che adesso abbiamo a disposizione e dovremmo utilizzarle». Una legge salutata positivamente anche da Carlo Dell’Aringa, già sottosegretario al welfare del governo Letta.

Le esperienze di “economia del benessere” raccontate con la moderazione di Riccardo Bonacina, giornalista di Vita, spaziano dalle biblioteche per i dipendenti alle feste aziendali, passando attraverso le attività educative. Allo stesso tavolo onlus e grandi gruppi. Fabio Galluccio, di Tim, ha ricordato il forte impegno economico: «40 aziende italiane spendono già in welfare aziendale quanto viene speso nello stesso settore dalla regione Marche e Umbria insieme». Un valore che non è solo investimento ma anche competitività, come ha raccontato Marco Pezzana, di Manfrotto, una media azienda di Brescia leader nella produzione di accessori per la fotografia: «Strategie di welfare non sono perseguibili solo dalle grandi imprese ma anche dalle medie, diventando addirittura strategiche». La scelta di investire nel capitale umano ha spinto la società a unire all’attività di produzione di componenti l’organizzazione di corsi: «Insieme al ministero di Grazia e giustizia abbiamo messo le nostre competenze fotografiche al servizio di minori che avevano avuto dei problemi con la giustizia per dare loro opportunità di riscatto sociale, insegnandogli come diventare fotografi professionisti». La chiave è stata offrire a ciascuno di loro la possibilità di emergere, con ottimi riscontri aziendali: «Alla fine Manfrotto ha anche commissionato ai migliori dei lavori che avremmo affidato altrimenti a delle agenzie».

Un impegno, dunque, che accomuna più settori, come hanno raccontato Flaminia Trapani di Pianoterra Onlus, Celeste Condorelli di Clinica Mediterranea Spa, Rino Bellori di Francesco e Chiara Impresa Sociale, Giovanni Arletti di Chimar, Stefano Cerrato di Banco Popolare. «Le novità – ha concluso Patriarca – ci sono ma non trovano spazio. Questo nostro Paese è fatto di tante formichine: nei giornali raccontano le cicale ma le formichine sono quelle più preziose e noi vogliamo metterle in evidenza».

9 marzo 2016