“We are the people”, dagli Europei un invito all’unità

L’inno di Uefa Euro 2020 firmato da Garrix con Bono & The Edge. Un inno alla speranza che canta le persone «dalla mano aperta»

Se in questi giorni migliaia di persone si sono ritrovate negli stadi e nelle piazze a cantare “Un’estate italiana”, la canzone simbolo dei Mondiali ’90 con le sue “notti magiche” (ma le vere notti magiche per gli azzurri sono state quelle delle ultime settimane da Roma a Wembley), non è giusto dimenticare l’inno ufficiale di Uefa Euro 2020, ”We are the People”, che abbiamo potuto ascoltare più volte in questo mese, oltre ad aver assistito al video ufficiale in occasione dell’inaugurazione della manifestazione. Un’idea del musicista e dj olandese Martin Garrix, sostenuta da Bono & The Edge degli U2, che partecipano al brano.

In questo tempo ancora segnato dalla pandemia, con tutte le sue conseguenze sanitarie, economiche e sociali, è la canzone adatta, al di là dell’aver scandito le giornate della più importante competizione calcistica continentale. Un invito alla fiducia e alla speranza per la ricostruzione e la ripresa. E ha senso parlare di ricostruzione perché nel testo si citano Dublino, teatro di attentati durante il conflitto nord-irlandese, e Notre-Dame, la cattedrale parigina ferita nell’incendio dell’aprile 2019. «Noi siamo le persone che stavamo aspettando / Le strade da Dublino a Notre-Dame le ricostruiremo meglio di come abbiamo fatto finora / campane distrutte e una chiesa in rovina / un cuore ferito è un cuore che funziona / da un posto distrutto / è lì dove la vittoria è vinta. Perché tu hai fede e non hai paura di combattere». E ancora: «Siamo le persone dalla mano aperta».

Persone in dialogo, che vogliono incontrarsi, fare un tratto di strada insieme, con la determinazione ad andare fino in fondo, come gli azzurri. Ci torna allora alla mente l’abbraccio tra Mancini e Vialli, tra le lacrime, al termine della finale vittoriosa a Wembley contro l’Inghilterra, simbolo di quell’amicizia che ha contribuito a cementare il gruppo Italia. La dedica di capitan Chiellini a Davide Astori (14 presenze in maglia azzurra), il calciatore scomparso a 31 anni nel 2018. L’esultanza di Spinazzola con le stampelle, primo a ritirare la medaglia sul podio a Wembley (ben salda al collo, mentre gli inglesi l’avevano sfilata subito disonorando lo sport). E ancora, per guardare anche fuori da casa nostra, l’immagine più dolorosa di questi Europei, il malore di Eriksen durante Danimarca-Finlandia con il muro dei compagni a proteggerlo dalle telecamere durante i soccorsi e la gioia per la ripresa del calciatore.

Ecco allora l’impegno, l’unità, la voglia di ricostruire, il sacrificio, l’amicizia, la condivisione, il ricordo di chi non c’è più, la solidarietà con chi sta male. Un invito da raccogliere. “We are the People”.

14 luglio 2021