Von der Leyen: «Il coraggio ha un nome: Ucraina»

La presidente della Commissione al Parlamento Ue per il Discorso sullo stato dell’Unione. La crisi energetica e la promessa di un «patto per la difesa della democrazia»

Vestita con i colori della bandiera ucraina, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha aperto il Discorso sullo stato dell’Unione, questa mattina, 14 settembre, davanti al Parlamento europeo in plenaria a Strasburgo, con un omaggio al Paese che dal 24 febbraio è sotto l’attacco dell’esercito russo. «Il coraggio ha un nome: Ucraina», ha affermato, evidenziando che quella che si combatte sul territorio ucraino «è una guerra anche contro l’Europa, i nostri valori, la nostra vita quotidiana. Si tratta di autocrazia contro democrazia. E sono qui con la convinzione che, con coraggio e solidarietà, Putin fallirà e l’Europa prevarrà». Tra i banchi di Strasburgo, anche la moglie del presidente ucraino Zelensky.

Sulla risposta a questa guerra si è concentrata gran parte del Discorso, che ha toccato inevitabilmente il tema delle sanzioni, «per piegare l’economia russa», e quello degli aiuti economici e militari a Kiev, fino alle conseguenze in ambito economico ed energetico. «Voglio essere molto chiara – le parole di Von der Leyen -: le sanzioni sono qui per restare. Questo è il momento di mostrare determinazione, non pacificazione». In gioco c’è il presente, fatto di aiuti immediati e accoglienza dei profughi, ma anche il futuro del Paese, tutto da ricostruire. A cominciare dalle decine di scuole distrutte, citate dalla presidente dell’esecutivo comunitario. «La Commissione collaborerà con l’Ucraina per garantire un accesso senza soluzione di continuità al mercato unico europeo – ha assicurato -. Il nostro mercato unico è una delle più grandi storie di successo in Europa. Ora è il momento di farne una storia di successo anche per i nostri amici ucraini», ha rilevato  Von der Leyen, annunciando: «Oggi andrò a Kiev, per discuterne i dettagli con il presidente Zelensky».

Centrale il tema degli approvvigionamenti energetici e del risparmio di energia, sul quale la presidente della Commissione ha citato come esempio «i lavoratori delle fabbriche di ceramica del Centro Italia» che hanno deciso di «spostare i loro turni al mattino presto, per beneficiare della riduzione dei prezzi dell’energia. Immaginate i genitori che devono uscire di casa presto, quando i bambini stanno ancora dormendo, a causa di una guerra che non hanno scelto. Questo – ha osservato – è un esempio su un milione di europei che si adattano a questa nuova realtà. La nostra Unione deve prendere esempio dalla sua gente. Ridurre la domanda energetica durante le ore di punta farà durare più a lungo l’offerta e farà scendere i prezzi».

A fare da filo conduttore, la grande “sfida” della democrazia, che «non è passata di moda ma deve aggiornarsi per continuare a migliorare la vita delle persone», ha affermato Ursula von der Leyen citando una frase dell’ex presidente dell’Europarlamento David Sassoli morto nel gennaio scorso, «un grande europeo, a cui tutti noi oggi rendiamo omaggio». Sassoli «pensava che l’Europa dovesse cercare sempre nuovi orizzonti – ha ricordato la presidente della Commissione -. E attraverso le avversità di questi tempi, abbiamo iniziato a vedere quale potrebbe essere il nostro nuovo orizzonte. Una Unione più coraggiosa, più vicina alla sua gente nei momenti di bisogno. Audace nel rispondere alle sfide storiche e alle preoccupazioni quotidiane degli europei». E capace di «camminare al loro fianco quando affrontano le grandi prove della vita». Quindi, riferendosi alla Conferenza sul futuro dell’Europa, Von der Leyen ha affermato che, dopo aver ascoltato i cittadini, è ora tempo di riforme, promettendo un «patto per la difesa della democrazia».

Nella parte finale del discorso, poi, l’omaggio «a tutte le cittadine e i cittadini europei che hanno aperto i loro cuori e le loro case» all’accoglienza dei profughi ucraini. Come hanno fatto Magdalena e Agnieszka, due giovani donne polacche presenti a Strasburgo, alle quali è andato il lungo applauso dell’emiciclo. «Onorevoli deputate, onorevoli deputati, si dice che la luce risplenda di più nell’oscurità – le parole della presidente -. È stato sicuramente così per le donne e i bambini in fuga dalle bombe russe. Scappavano da un Paese in guerra, pieni di tristezza per ciò che si lasciavano alle spalle e di paura per il futuro. Ma sono stati accolti a braccia aperte da molte persone come Magdalena e Agnieszka, che hanno dato prova di grande altruismo». Von der Leyen ne ha raccontato la storia: «Non appena hanno saputo dell’arrivo di treni pieni di rifugiati, sono corse alla stazione centrale di Varsavia. Hanno iniziato a organizzarsi, hanno allestito una tenda per dare assistenza a quante più persone possibile. Hanno contattato i supermercati per chiedere viveri e si sono rivolte alle autorità locali per organizzare il trasporto in autobus verso i centri di accoglienza. In pochi giorni hanno riunito 3mila  volontari per accogliere i rifugiati tutti i giorni e a tutte le ore. La loro storia – ha concluso – è emblematica di tutto ciò che la nostra Unione rappresenta e intende realizzare. È una storia di cuore, volontà e solidarietà. Hanno mostrato a tutti quello che l’Europa può realizzare quando unisce le forze in nome di una missione comune. Questo è lo spirito dell’Europa. Un’Unione che è forte solo se unita. Un’Unione che supera le avversità insieme».

14 settembre 2022