Vittoria di Lula in Brasile, «punto di riferimento per i progressisti»

Le Acli commentano i risultati del ballottaggio alle presidenziali: «Una buona notizia». I vescovi: «Per il nuovo ciclo che si apre, essenziale la riconciliazione»

«L’elezione di Lula da Silva alla presidenza del Brasile dopo un tormentato ballottaggio è una buona notizia». Ad affermarlo sono i responsabili nazionali delle Acli, spiegando che il motivo è anzitutto il fatto che «chiude l’epoca della presidenza Bolsonaro, segnata da pulsioni autoritarie, da un liberismo esasperato, dalla prosecuzione nella distruzione dell’ecosistema in Amazzonia e dal negazionismo del Covid». Tuttavia, osservano, «la differenza di voti fra Lula e il suo avversario è assai lieve, al contrario di quanto si pensava prima delle elezioni, quando addirittura l’ex sindacalista era accreditato della vittoria al primo turno. Ciò dimostra il radicamento della linea nazionalista, reazionaria e populista di cui Bolsonaro è portatore, dimostrato del resto dal prevalere delle forze politiche a lui legate all’interno del Parlamento federale e del prevalere di suoi fedelissimi nelle elezioni per i governatori degli Stati».

Nella nota diffusa dalle Acli si rimarca che Lula torna alla politica attiva «dopo mesi di ingiusta detenzione, e dopo che il suo partito è stato travagliato da accuse di malgoverno e corruzione; resta tuttavia la speranza che egli, come nei suoi primi due mandati, possa essere un punto di riferimento nella lotta per la giustizia sociale, per la democrazia e per la difesa dell’ambiente in un Paese di grandi risorse ma anche di grandi disuguaglianze, in cui l’opulenza più sfacciata convive con la più derelitta miseria». In ogni caso, concludono, «Lula rimane un punto di riferimento per tutti i progressisti e per coloro che sono impegnati per la difesa della dignità umana nella politica e nella società, e gli auguriamo di cuore buon lavoro».

Dal cuore del Brasile si alza anche la voce dei vescovi per sottolineare che la conclusione del processo elettorale «ci chiama, ancora di più, alla riconciliazione, essenziale per il nuovo ciclo che si apre». Lo scrive la presidenza della Conferenza episcopale brasiliana (Cnbb) in un messaggio in cui indica la strada che tutti i brasiliani sono chiamati a percorrere: «Accompagnare, rivolgere richieste e vigilare» nei confronti di coloro che hanno raggiunto il successo alle urne. Il presupposto è la convinzione che «l’esercizio della cittadinanza non si esaurisce con la fine del processo elettorale».

I vescovi salutano i candidati eletti, i deputati, i senatori, i governatori e il presidente della Repubblica e al tempo stesso «si congratulano con la Corte elettorale superiore, per il suo operato nello zelo dell’intero processo democratico». Quindi, l’esortazione conclusiva: «Tutti possono camminare insieme, per costruire una politica migliore, al servizio del bene comune, come la definisce il nostro amato Papa Francesco. Questi sono i desideri della Cnbb. Questo è ciò che imploriamo nella preghiera per il nostro Paese».

2 novembre 2022