“Vite coraggiose”, una maxi-affissione contro le malattie rare

Installata in piazza del Parlamento da Urban Vision per sostenere la campagna di raccolta fondi per le malattie rare del Bambino Gesù

Installata in piazza del Parlamento da Urban Vision per sostenere la campagna di raccolta fondi per le malattie rare del Bambino Gesù 

In piazza del Parlamento due bambini campeggiano su una maxi-affissione che domina lo spazio urbano. È lo spazio, concesso a titolo gratuito, da Urban Vision (società che si occupa di fund rising finalizzato al recupero dei tesori dell’arte italiana) alla campagna di raccolta fondi “Vite coraggiose” lanciata dalla Fondazione Bambino Gesù in favore dei bambini affetti da malattie rare (in Italia quali il 60% dei casi).

I dati riportano il quadro dei
malati rari del Paese, tra questi il 5% è diagnosticato e preso in carico dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, che annualmente accoglie 10.000 pazienti rari. «Ringraziamo Urban Vision – dichiara la presidente della Fondazione Bambino Gesù Onlus e dell’Ospedale della Santa Sede, Mariella Enoc – che ci permette di raccontare la nostra campagna di comunicazione sociale ad un pubblico più ampio. Le Vite Coraggiose sono quelle dei piccoli pazienti affetti da malattie rare e ultra-rare, spesso privi di diagnosi oltre che di cura, che combattono tenacemente per affermare il loro diritto alla vita. Ma il coraggio è anche quello delle loro mamme e dei loro papà, che lottano per il futuro dei propri bambini. Lo stesso messo in campo da medici, infermieri e ricercatori: sempre in prima linea per scoprire nuove cure e fornire la migliore assistenza ai nostri bambini. La strada della cura passa necessariamente attraverso la ricerca scientifica, che con questa campagna vogliamo sostenere».

«Vogliamo dare il nostro contributo a questa importante causa – ha commentato Gianluca De Marchi, Presidente di Urban Vision – non soltanto perché concerne un tema delicato e spesso poco dibattuto, ma perché ciò riguarda molto da vicino migliaia di bambini che potrebbero godere di cure migliori e terapie speciali grazie a un maggiore sostegno economico. Da ‘curatori’ del patrimonio artistico italiano ci sentiamo onorati di mettere i nostri mezzi a disposizione di coloro che potremmo definire ‘curatori’ del patrimonio umano».

 

22 giugno 2016