Vita consacrata, De Donatis: «Rimettere al centro la Parola»

Aperta dal cardinale vicario l’assemblea diocesana online, alla vigilia della XXV Giornata. Suor Fulvia Sieni (Santi Quattro Coronati): la centralità dell’accoglienza

Il servizio evangelico al prossimo è possibile solo se si parte dall’ascolto umile della Parola di Dio. Ne è convinto il cardinale vicario Angelo de Donatis che questa mattina, 1° febbraio, vigilia della XXV Giornata della vita consacrata, ha aperto i lavori dell’assemblea diocesana che ha avuto come tema “Vita consacrata e famiglia: bellezza e povertà in un solo cammino ecclesiale”. Durante la diretta online il porporato è partito dal Vangelo di Luca che mette in risalto il servizio agitato di Marta, intenta a sbrigare le faccende domestiche, e l’ascolto attento di Maria, seduta ai piedi di Gesù. Nel solco del cammino diocesano incentrato sull’ascolto «umile fatto con il cuore», De Donatis ha avvertito che «il servizio è possibile solo a condizione di svuotare se stessi affinché il prossimo diventi il centro di ogni attenzione e cura». Ai tanti collegati in diretta streaming ha quindi suggerito di vigilare «in modo tale che il servizio e l’ascolto possano trovare un’armonia quotidiana».

La missione sortirà effetti positivi solo se non è compiuta con agitazione perché «le preoccupazioni soffocano l’accoglienza – le parole del cardinale -. È importante saper unificare il cuore e unire servizio e ascolto». Scervellarsi sulle tante cose da fare è inutile, specie in questo periodo di pandemia in cui emergono fragilità di ogni genere. Ecco perché per il cardinale oggi è fondamentale «rimettere al centro la Parola, accogliendo il Signore con l’atteggiamento di Maria che è l’atteggiamento del povero».

Nei pensieri di monsignor Tonino Panfili, vicario episcopale per la vita consacrata della diocesi di Roma, le numerose comunità religiose in quarantena o preoccupate per i numerosi casi di contagio da coronavirus al loro interno. L’assemblea online, svoltasi alla vigilia della festa della Presentazione del Signore al Tempio, è stata quindi l’ulteriore occasione per trasmettere «vicinanza e incoraggiamento» e per invitare a restare uniti in preghiera in comunione con Papa Francesco che domani sera, 2 febbraio, alle 17.30 presiederà la Messa nella basilica di San Pietro.

L’incontro, moderato da padre Paolo Maiello, segretario della Cism Lazio, è proseguito con la testimonianza di Giuseppe Dardes dell’associazione Mondo Comunità e Famiglia – Comunità Collina del Barbagianni. Si tratta di una comunità formata da quattro famiglie e due single che vivono insieme dal 2010, accolti dalla congregazione delle Maestre Pie Venerini a Casal Boccone. Ogni famiglia ha il proprio appartamento e poi vi sono spazi comuni dove «talenti, tempo e risorse» vengono messi a disposizione di tutti. Condivisione, apertura, sobrietà, accoglienza, solidarietà, convivialità le parole chiave dell’associazione, nella quale le famiglie «cercano di costruire un laboratorio di prossimità, politiche di fraternità con diverse vocazioni», quella religiosa e quella laica, «in dialogo costante per costruire relazioni autentiche che restano nel tempo».

Madre Fulvia Sieni, badessa del monastero dei Santi Quattro Coronati, al Celio, ha puntato l’attenzione sull’accoglienza. «Il monastero – ha detto – è il luogo dalle porte sempre aperte dove chi bussa trova una sorella disposta a incontrare e condividere». Questo fa sì che le liturgie sono sempre frequentate da numerose famiglie che «forse nelle parrocchie di appartenenza non si sentono a proprio agio, non sono coinvolte o collocate in modo funzionale – ha affermato spingendo i sacerdoti a fare autocritica -. Le famiglie hanno necessità di spiritualità, preghiera, amicizia e a volte quelle particolarmente ferite dalla vita si sentono messe da parte dalla Chiesa».

Della peculiarità della vita consacrata delle vedove ha infine parlato Angela Trigiani coordinatrice dell’Ordo Viduarum. La consacrazione vissuta in famiglia si basa su tre pilastri fondamentali: l’ordinarietà della vita quotidiana, la trasmissione della fede e la fedeltà nel matrimonio. Il figlio, che inizialmente non aveva compreso la scelta di Angela, «oggi dai miei piccoli gesti trae il valore della bellezza della famiglia in senso cristiano». Inoltre, la vedova consacrata «mette nel cuore dei familiari un seme che innaffia ogni giorno con la coerenza e semplicità di vita» ed evidenzia «un rapporto coniugale trasfigurato in Cristo».

1° febbraio 2021