Visita in Congo, il Papa ai giovani: «Non lasciarsi imbrigliare nella corruzione»

Nell’ultimo giorno nel Paese, l’incontro con i ragazzi e i catechisti. «La Chiesa intera tifa per voi», ha assicurato, ricordando che «il cristiano non può che essere onesto»

«Giovane che sogni un futuro diverso, dalle tue mani nasce il domani, dalle tue mani può venire la pace che manca a questo Paese». Lo ha detto Papa Francesco questa mattina, 2 febbraio, incontrando i giovani e i catechisti nello Stadio dei martiri di Kinshasa, nel terzo e ultimo giorno del suo viaggio nella Repubblica democratica del Congo, prima di partire alla volta del Sud Sudan, seconda tappa dell’itinerario in Africa. Rivolgendosi quasi singolarmente a ciascuno dei presenti, li ha invitati a «scegliere la preghiera come vostro segreto, come acqua dell’anima, come unica arma da portare con voi», perché «chi prega supera la paura e prende in mano il proprio futuro». Un futuro da giocarsi dicendo sì all’onestà e no alla corruzione. «Diciamo insieme: no alla corruzione», ha detto parlando in francese.

Il pontefice ha ricordato anche il caso di Floribert Bwana Chui, ucciso a Goma 15 anni fa per aver bloccato il passaggio di alimenti deteriorati che avrebbero danneggiato la salute della gente.  «In quanto cristiano, pregò, pensò agli altri e scelse di essere onesto, dicendo no alla sporcizia della corruzione. Questo è mantenere non solo le mani pulite ma il cuore pulito». Quindi ha invitato i ragazzi a non lasciarsi rovinare la gioventù «dalla solitudine e dalla chiusura. Pensatevi sempre insieme e sarete felici, perché la comunità è la via per stare bene con sé stessi, per essere fedeli alla propria chiamata. Invece, le scelte individualiste all’inizio sembrano allettanti, ma poi lasciano solo un grande vuoto dentro». Gli esempi: la droga e la stregoneria. «Per favore, non lasciatevi affascinare da falsi paradisi egoisti, costruiti sull’apparenza, su guadagni facili o su religiosità distorte», il monito.

Nelle parole di Bergoglio anche un riferimento al modo dei social. Papa Francesco ha messo in guardia i giovani anche dal mondo dei social. «La vita non si tocca con un dito sullo schermo. La virtualità non basta, non possiamo accontentarci di interfacciarci con persone lontane o persino finte – ha rimarcato -. È triste vedere giovani che stanno ore davanti a un telefono: dopo che si sono specchiati, li guardi in faccia e vedi che non sorridono, lo sguardo è diventato stanco e annoiato. Niente e nessuno può sostituire la forza dell’insieme, la luce degli occhi, la gioia della condivisione – ha esclamato -. Parlare, ascoltarsi è essenziale, mentre sullo schermo ciascuno cerca quello che gli interessa. Scoprite ogni giorno la bellezza di lasciarvi stupire dagli altri, dai loro racconti e dalle loro esperienze – l’invito -. Per qualche istante, per favore, prendete per mano chi vi sta vicino. Sentitevi un’unica Chiesa, un unico popolo».

Da Francesco infine una rassicurazione: «La Chiesa intera, sparsa in tutto il mondo, tifa per voi. Avete anche degli amici che dagli spalti del cielo vi sospingono verso questi traguardi», ha aggiunto citando il beato Isidoro Bakanja, la beata Marie-Clementine Anuarite, san Kizito e i suoi compagni: «Testimoni della fede, martiri che non hanno mai ceduto alla logica della violenza, ma hanno confessato con la vita la forza dell’amore e del perdono».

2 febbraio 2023