Violenza sulle donne, Fico: la Convenzione di Istanbul, pietra miliare

Il presidente della Camera apre l’incontro dedicato, a Montecitorio. «Livelli efferati di violenza: 86 vittime da inizio anno». Divari nel lavoro. «Decisivo il Pnrr»

La Convenzione di Istanbul è «una pietra miliare di grandissimo valore giuridico e simbolico». Lo dice il presidente della Camera Roberto Fico, aprendo oggi, 22 novembre, l’incontro “La Convenzione di Istanbul dieci anni dopo”, a Montecitorio. Per Fico «è stato infatti il primo strumento internazionale con effetti vincolanti volto alla definizione di un quadro globale e integrato per la protezione delle donne contro qualsiasi forma di violenza, nonché per la cooperazione in materia tra Paesi ed organizzazioni sovranazionali. A distanza di dieci anni dalla firma è quanto mai opportuno fare un bilancio della sua attuazione e, più in generale, di quanto è stato fatto e resta da fare per combattere la violenza di genere. In questi anni – osserva – si è lavorato per rafforzare gli strumenti giuridici per la prevenzione ed il contrasto della violenza contro le donne, un tema che ha assunto una evidente centralità nel dibattito pubblico».

Livelli efferati di violenza. «Il fenomeno della violenza sulle donne registra purtroppo livelli gravi ed efferati – dice il presidente della Camera -. I recenti dati ci dicono che dall’inizio dell’anno,sono state uccise nel nostro Paese in ambito familiare/affettivo 86 donne, 60 di queste sono state vittime del partner o ex partner». Questi dati «ci confermano che è soprattutto tra le mura domestiche che le donne rischiano di subire violenza, come peraltro è successo più di frequente durante il periodo di confinamento imposto dalla pandemia. Purtroppo – prosegue – siamo di fronte a un fenomeno di carattere strutturale e non emergenziale: le donne uccise in ambito familiare/affettivo sono state 111 nel 2018, 94 nel 2019 e 99 nel 2020. Quasi una vittima ogni 3 giorni e mezzo».

I diritti umani, non negoziabili. «Il terzo e ultimo ambito di intervento concerne l’azione esterna del nostro Paese e dell’Unione europea – dice Fico -. Il Parlamento deve adoperarsi perché la parità di genere e in generale i diritti umani diventino, nelle relazioni con i Paesi terzi, di qualsiasi area del globo, un valore non negoziabile». Ancora, bisogna «colmare i divari di genere nel mondo del lavoro che nel nostro Paese restano drammatici – aggiunge -. Abbiamo oggi un mezzo decisivo: il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, come è noto, include la parità di genere tra le sue tre priorità trasversali, individuando misure concrete promuovere una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro».

22 novembre 2021