Violenza contro le donne, l’appello delle Chiese cristiane

Siglato dai rappresentanti di tutte le confessioni cristiane. «Urgente» impegnarsi in «un’azione educativa e pastorale profonda e rinnovata»

Siglato in Senato dai rappresentanti di tutte le confessioni cristiane. «Urgente» impegnarsi in «un’azione educativa e pastorale profonda e rinnovata»

Un’«emergenza nazionale». Le Chiese cristiane in Italia definiscono così, nell’appello siglato ieri, lunedì 9 marzo, al Senato il fenomeno della violenza contro le donne. Ogni anno in Italia, si legge nel testo, «sono migliaia le donne che subiscono la violenza di uomini, e oltre cento rimangono uccise. Il luogo principale dove avviene la violenza sulle donne è la famiglia: questo è un fatto accertato e grave». Il testo, firmato dai rappresentanti di tutte le confessioni presenti nel nostro Paese (cattolica, ortodosse, protestanti), è un appello ma anche una denuncia. «Questa violenza – si legge – interroga anche le Chiese e pone un problema alla coscienza cristiana: la violenza contro le donne è un’offesa a ogni persona che noi riconosciamo creata a immagine e somiglianza di Dio, un gesto contro Dio stesso e il suo amore per ogni essere umano. Il rispetto della vita e la pari dignità di ogni creatura sono beni al cuore della fede cristiana, che c’invita ad abbattere i muri che discriminano, escludono, emarginano le donne».

Le Chiese, per la prima volta insieme su una questione di grande attualità, rivolgono dunque il loro appello alle istituzioni «scolastiche ed educative, alle agenzie culturali e pubblicitarie, agli organi di stampa perché anch’essi promuovano un’immagine della donna rispettosa della sua identità, della sua dignità e dei suoi diritti individuali». Per le comunità cristiane in Italia è una priorirà nella quale è «urgente» impegnarsi in prima persona «per un’azione educativa e pastorale profonda e rinnovata, che da un lato aiuti la parte maschile dell’umanità a liberarsi dalla spinta a commettere violenza sulle donne e dall’altro sostenga la dignità della donna, i suoi diritti e il suo ruolo nel privato delle relazioni sentimentali e di famiglia, nell’ambito della comunità cristiana, così come nei luoghi di lavoro e più in generale nella società».

Da ultimo, la rassicurazione: «Continueremo a pregare, predicare, educare ed agire – la conclusione dell’appello – per sradicare la pianta cattiva di culture, leggi e tradizioni che ancora oggi in varie parti del mondo discriminano la donna, non di rado avvilendola nel ruolo di un semplice oggetto di cui disporre».

10 marzo 2015