Vincenzo Corrado, primo laico alla guida delle Comunicazioni sociali Cei

Lo ha nominato il Consiglio episcopale permanente. Succede a don Ivan Maffeis, che resta sottosegretario e portavoce della Conferenza dei vescovi

Il Consiglio episcopale permanente della Cei, riunitosi a Roma dal 23 al 25 settembre, ha nominato Vincenzo Corrado nuovo direttore dell’Ufficio nazionale della Conferenza episcopale italiana per le comunicazioni sociali, di cui era vice direttore dal 7 maggio scorso. Primo laico alla guida dell’organismo Cei, succede a don Ivan Maffeis, che resta sottosegretario e mantiene anche il ruolo di portavoce della Conferenza episcopale italiana.

Classe 1976, pugliese, originario di Maglie (Lecce), sposato e padre di tre figlie, dal gennaio 2017 fino al maggio scorso alla guida dell’agenzia di stampa Sir, Corrado si è formato in Puglia, dove ha conseguito, nel 2000, il baccellierato in Teologia presso la Facoltà Teologica Pugliese; quindi ha proseguito gli studi a Roma, al Pontificio Istituto Pastorale Redemptor Hominis dell’Università Lateranense, dove nel 2007 ha ottenuto la licenza in Teologia Pastorale con specializzazione in comunicazioni sociali, con una tesi su “Chiesa e Media. Analisi del newsmaking dell’Agenzia Sir”. Nell’Agenzia Sir è stato prima caposervizio, poi dal 2013 caporedattore, esperto di questioni ecclesiali, curando in particolare i rapporti con i settimanali cattolici della Fisc, mantenendo così rapporti costanti e quotidiani con tutte le realtà diocesane d’Italia.

«Il mondo della comunicazione è in continua evoluzione e c’interpella: stiamo vivendo anni di grandi trasformazioni socio-culturali. Il tempo che ci sta davanti sarà una grande sfida da affrontare tutti insieme». Sono le prime parole di Corrado dopo l’annuncio della nomina. «Esprimo profonda gratitudine per avermi affidato un compito impegnativo e stimolante. Un pensiero di affetto sincero a chi mi ha preceduto in questo incarico e che ha segnato anche la mia formazione professionale e, soprattutto, umana: monsignor Francesco Ceriotti, con la sua grande capacità progettuale; monsignor Claudio Giuliodori, cui devo la passione per lo studio della comunicazione; monsignor Domenico Pompili, con il quale ho condiviso pensieri e riflessioni; don Ivan Maffeis, cui mi lega un’amicizia pluridecennale e una condivisione alta e altra, non incasellabile in schemi precostituiti. Non posso non ricordare – ha continuato – i miei maestri nel giornalismo: don Giuseppe Cacciami, Giovanni Fallani, Paolo Bustaffa e Domenico Delle Foglie. Tutte persone legate all’Agenzia Sir, in cui ho vissuto anni belli e intensi. Insieme a loro, ricordo anche tutti i colleghi dell’agenzia, per la passione nell’essere voce attenta e credibile».

«Ho pensato a tante immagini che potessero fotografare questo momento – ha detto ancora -: in mente ne ho diverse, ma la più adatta è quella del grembiule, che recepisco da don Tonino Bello. Forse la uso impropriamente: il grembiule rappresenta bene l’idea del servizio, che è e resterà la cifra costitutiva del lavoro quotidiano dell’Ufficio nazionale a favore della segreteria generale della Cei, degli altri uffici, delle diocesi e nei rapporti con i media».

Al neo direttore Corrado gli auguri di buon lavoro della redazione di Roma Sette / Romasette.it.

26 settembre 2019