Vincent Lambert: «Non lo lasceranno morire, lo uccideranno»

La rete “Je soutiens Vincent”, che da tempo segue l’uomo in stato vegetativo da 10 anni, lancia l’allerta sulla ripresa del «processo di eutanasia»

«Vincent Lambert NON è attaccato alla macchina, respira da solo. Non lo scollegheranno, smetteranno di alimentarlo e di idratarlo! Non lo lasceranno morire, lo faranno morire!». Via Twitter, la rete “Je soutiens Vincent” – che da tempo segue l’uomo tetraplegico in stato vegetativo da oltre dieci anni, divenuto simbolo del dibattito sul fine vita in Francia – lancia l’allerta sulla sorte dell’uomo, per il quale, nella giornata di ieri, 2 luglio, era stata annunciata la ripresa del «processo di eutanasia». A rimettere in moto il meccanismo, il pronunciamento della Corte di Cassazione di Parigi, che venerdì 28 giugno ha cancellato – dichiarandola non competente – la sentenza della Corte d’appello che il 20 maggio scorso aveva accolto il ricorso presentato in extremis dai genitori di Vincent per proseguire l’idratazione e l’alimentazione del figlio all’ospedale di Reims, mentre i medici erano già pronti a staccare la spina.

«Grido forte e dico che si vuole assassinare Vincent. Questo è il termine giusto, perché Vincent non è in fin di vita». Viviane Lambert, la madre di Vincent, lo ha ribadito con forza proprio ieri alle Nazioni Unite, con un intervento nella sede di Ginevra. «Al di là di mio figlio, è la vita delle altre 1.700 persone che condividono la sua condizione a essere minacciata. Per favore, aiutateci», il suo appello. Nei giorni scorsi erano scesi in campo anche i vescovi francesi. Molto forte in particolare la posizione presa dal gruppo di bioetica della Conferenza episcopale francese guidata dal vescovo Pierre D’Ornellas, che ribadisce per Vincent il «diritto a una protezione adeguata, proprio come qualsiasi persona disabile. Ogni persona disabile, non importa quanto fragile, ha gli stessi diritti di tutti gli altri».

Netta e quasi inedita anche la presa di posizione della Santa Sede, attraverso il dicastero per Laici, famiglia e vita e la Pontificia Accademia per la vita: in una dichiarazione congiunta il cardinale Kevin Farrell e l’arcivescovo Vincenzo Paglia avevano definito l’interruzione dei trattamenti a Vincent una «grave violazione della dignità della persona», parlando di una «forma di abbandono del malato, fondata su un giudizio impietoso sulla sua qualità della vita».

3 luglio 2019