Vince il “no” in tutti i municipi tranne primo e secondo

Affluenza record al 69 per cento. Scenario che ricalca gli orientamenti che 5 mesi fa hanno portato M5s al potere. Raggi esulta

Affluenza record al 69 per cento. Scenario che ricalca gli orientamenti che 5 mesi fa hanno portato M5s al potere. Raggi esulta 

Tocca quasi quota 59,5 il “no” a Roma. Una vittoria netta, sottolineata da un’affluenza, il 69%, con pochi precedenti (nel 2008 le amministrative vinte da Gianni Alemanno: 73%). Lo scenario fotografato dalle preferenze delle 15 aree in cui è divisa la capitale ricalca gli orientamenti politici della popolazione espressi nelle ultime elezioni comunali. Gli unici due municipi in cui il “sì” ha superato quota 50 sono stati il primo e il secondo, rispettivamente con il 50,5 per cento nel centro storico e 52,4 tra San Lorenzo e Parioli.

Vince il “no” in tutti gli altri municipi con il 58,3 per cento al Nuovo Salario (municipio III), 62,1 nel IV. Da Pigneto a Tor Pignattara, il V, sono stati il 64,9 per cento i romani che hanno bocciato la riforma costituzionale. Il record l’ha fatto segnare il VI, il municipio delle Torri: 70,8% a Tor Bella Monaca. All’Appio e al Tuscolano, municipio VII, i contrari sono stati il 59,8, mentre il dato “scende” al 55,8% a Garbatella, municipio VIII. La zona sud della capitale, Eur e litorale con Ostia, il “no” tocca quota 58,1 e 64,6%.

Non cambia di tanto lo
scenario nei municipi XI e XII: 61,7 e 54,8. Dato simile nelle circoscrizioni XIII e XIV con il 59,7 e 60,5% per il “no”. Nel municipio XV, da Ponte Milvio a Cesano, la bocciatura della riforma del governo Renzi ha incassato il 54,7 per cento dei voti. Esulta il sindaco Virginia Raggi che con un tweet fa sapere: “Ha vinto la democrazia. Hanno vinto gli italiani. La nostra rivoluzione non si ferma, a Roma e in Italia”. Dello stesso tenore la reazione del vicesindaco Daniele Frongia: “C’è chi dice no a Matteo Renzi e Maria Elena Boschi. Grazie a tutti quelli che hanno difeso la nostra Carta”.

Dal fronte del “sì” poche
le reazioni. Dalla Regione Lazio, silenzio da parte del governatore Nicola Zingaretti. Su Facebook ha “parlato” però il suo vice, Massimiliano Smeriglio, in quota Sel: «Ha vinto il no. Perdono l’arroganza e la tentazione autoritaria. Da oggi la democrazia e la Costituzione repubblicana sono più forti anche per la straordinaria partecipazione del popolo italiano».

Sul piano nazionale il “no” ha raggiunto il 59,1 per cento. In tarda serata, appena i primi dati andavano a configurare lo scenario peggiore per il governo, Matteo Renzi si è presentato davanti ai giornalisti a Palazzo Chigi per annunciare la convocazione del Consiglio dei ministri nel pomeriggio di oggi, 5 dicembre, e la successiva “salita” al Colle per rassegnare le dimissioni dell’esecutivo nelle mani del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

«È stata una festa in un contesto in cui tanti cittadini si sono avvicinati alla Carta costituzionali. Sono fiero ed orgoglioso della possibilità che il Parlamento ha dato ai cittadini. Il No ha vinto in modo straordinariamente netto», ha detto Matteo Renzi. «Mi assumo tutte le responsabilità della sconfitta. Chi lotta per un’idea non può perdere – ha aggiunto-. Voi non avete perso – ha detto ai sostenitori del “sì” -, sentitevi soddisfatti per il vostro lavoro. Vorrei che foste fieri di voi stessi».

Poi ha aggiunto: «Si può perdere un referendum, ma non si può perdere il buon umore. Io ho perso, in Italia non perde mai nessuno. Io non sono così: ho perso. Non sono riuscito a portarvi alla vittoria». E, sottolineando di non essere mai stato attaccato alla poltrona, ha proseguito: «L’esperienza del mio governo finisce qui. Qui in questa sala saluterò il mio successore, chiunque egli sarà, e gli consegnerò la campanella e il dossier delle cose che restano da fare».

 

5 dicembre 2016