Viminale, le misure di prevenzione nel sistema accoglienza migranti

La circolare del capo dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione Michele Di Bari. «Assicurare rigoroso rispetto delle norme previste a livello nazionale»

Il capo dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del ministero dell’Interno, il prefetto Michele Di Bari, ha inviato a tutti i prefetti una circolare contenente le disposizioni relative alla prevenzione del coronavirus nel sistema di accoglienza dei migranti. «Assicurare nelle strutture di accoglienza il rigoroso rispetto delle misure di contenimento della diffusione del virus previste a livello nazionale», si legge tra le disposizioni, per «evitare l’esposizione ai rischi di contagio per i migranti accolti e per gli operatori, nonché di generare situazioni di allarme sociale dovute al mancato rispetto, da parte dei primi, dell’obbligo di rimanere all’interno delle rispettive strutture».

All’arrivo in Italia, si legge nel documento, i migranti dovranno essere «sottoposti prioritariamente al previsto screening da parte delle competenti autorità sanitarie» per accertare che non presentino patologie infettive o sintomi riconducibili al coronavirus Covid-19. Successivamente vanno «applicate le misure di sorveglianza sanitaria e di isolamento fiduciario per un periodo di quattordici giorni», al termine del quale «sempre che non siano emersi casi di positività al virus, i migranti potranno, ove ritenuto necessario, essere trasferiti in altra struttura di accoglienza, previo rilascio di idonea certificazione sanitaria».

Di «fondamentale importanza», ribadisce Di Bari, che «a cura degli enti gestori, con l’ausilio dei mediatori culturali, venga impartita ampia ed aggiornata informativa sui rischi della diffusione del virus, sulle prescrizioni anche igienico-sanitarie da adottare, sul distanziamento all’interno dei centri, sulle vigenti rigorose limitazioni degli spostamenti e, nei casi in cui siano in atto le più stringenti misure previste per i casi di isolamento fiduciario o di quarantena, sull’esigenza del loro assoluto rispetto».

Da ultimo, al fine di «impedire gli spostamenti sul territorio fino al termine delle misure  connesse all’emergenza in atto», si dispone che sia «garantita e monitorata la prosecuzione dell’accoglienza anche a favore di coloro che non hanno più titolo a permanere nei centri».
I prefetti, evidenzia Di Bari, sono chiamati a «monitorare il rispetto delle prescrizioni imposte» e a «intercettare eventuali difficoltà operative», valutando «l’opportunità di assumere ulteriori iniziative finalizzate alla prevenzione e al contrasto della diffusione del virus nell’ambito del sistema di accoglienza, d’intesa con le altre istituzioni operative sul territorio, in particolare sanitarie».

2 aprile 2020