Viaggio della memoria, il racconto dei testimoni

Oltre 500 studenti del Lazio a confronto con Sami Modiano e le sorelle Bucci, sopravvissuti all’olocausto. «Può essere considerata una colpa essere nati ebrei?»

Chissà se Francesca, studentessa del liceo artistico Midossi di Vignanello, ha trovato una risposta alla sua domanda grande, ieri, 14 aprile, nel corso della prima serata di incontro con i testimoni. A Cracovia in occasione del viaggio della memoria organizzato dalla Regione Lazio per oltre 500 studenti meritevoli come lei, la maturanda della provincia di Viterbo ha infatti avuto modo di incontrare tre degli ultimi sopravvissuti all’Olocausto: Samuel Modiano e le sorelle Andra e Tatiana Bucci. «Non riesco a farmene una ragione: come può esserci, ancora oggi, chi nega la gravità di quanto è accaduto solo 70 anni fa?». Così aveva detto nel pomeriggio, mentre faceva visita alla città polacca della quale san Giovanni Paolo II fu arcivescovo, in particolare nel quartiere del ghetto ebraico.

samuel modiano 2019Ore dopo, in preparazione alla giornata di oggi, 15 aprile, tutta dedicata alla visita ai campi di sterminio, Francesca ha sentito Samuel Modiano interrogare lei e gli altri studenti che gremivano la sala meeting del loro hotel, per attirare l’attenzione su un unico, doloroso punto: «Venni cacciato da scuola quando stavo per accedere alla terza elementare e tutto perché ero colpevole di essere nato ebreo: può questa essere considerata una colpa, ragazzi?». E ancora, stringendo forte i pugni in un gesto di rabbia che cozzava con gli occhi pieni solo di commozione e dolcezza: «Quando nel luglio del 1944 i tedeschi deportarono tutta la nostra comunità ebraica, avevo 13 anni e ammassato in una di quelle piccole barche per il trasporto del bestiame, capii che ci lasciavano tra gli escrementi degli animali perché è tali che ci consideravano e non più uomini».

viaggio della memoria testimoniIl silenzio è stato assoluto per più di un’ora e mezza mentre il racconto di Modiano si alternava con quello delle due sorelle originarie di Fiume e deportate a Birkenau nel 1944: 500 adolescenti catturati ed emozionati da una lezione di storia eccezionale, tenuta da chi ha vissuto «cose che non potrete mai e poi mai immaginare e che è impossibile dimenticare». Loro che in classe attendono con ansia il suono della campanella, sembravano non voler andare via troppo presto nonostante la stanchezza per una giornata densa di attività. E così, al termine delle testimonianze, hanno chiesto ai tre sopravvissuti autografi e anche qualche foto e selfie: un documento materiale per veicolare un ricordo di certo indelebile.

sorelle bucci 2019Come quello tragico dell’Olocausto di Sami Modiano, allora adolescente, che ha più volte ribadito, riferendo date e situazioni: «Mi ricordo benissimo quel giorno, è qui come davanti ai miei occhi». Sono invece «intermittenti e a flash alterni» i ricordi delle sorelle Bucci, quasi spezzati e divisi a metà tra loro, per sopportarne meglio il peso. «Sono consapevole di avere rimosso tante cose dalla mia mente – ha affermato Tatiana, la maggiore -: è stata una forma inconscia di protezione».

Questa sera, dopo che i ragazzi avranno potuto vedere con i loro occhi i luoghi della deportazione, ci sarà un secondo incontro con i tre sopravvissuti allo sterminio nazista. E probabilmente, ancora una volta, non ci saranno risposte alle loro domande grandi.

15 aprile 2019