Via Scorticabove, Medicina solidale: «Ennesimo frutto dell’indifferenza»

L’associazione commenta il recente sgombero. L’invito a Salvini: «Venga nel nostro ambulatorio degli ultimi ». Apprezzamento per il «dialogo serio e solidale» aperto dalla diocesi

Coniugare «sicurezza e legalità» con«solidarietà e misericordia». Questo l’invito che arriva dall’associazione Medicina solidale, che da oltre 13 anni offre cure e assistenza ai tanti “invisibili” delle Capitale, da tor Bella Monaca al colonnato di San Pietro, in occasione del recente sgombero avvenuto all’inizio di luglio nello stabile di via Scorticabove. «Apprendiamo sconcertati che ai rifugiati e sfrattati sudanesi di via Scorticabove sono stati tolti sia l’acqua  che l’accesso ai servizi igienici – dichiara il direttore sanitario Lucia Ercoli -. La sicurezza e la legalità, pur necessari, devono andare però di pari passo con la solidarietà e la misericordia. Togliere l’acqua a donne e bambini è un gesto, che se confermato, non possiamo assolutamente condividere».

Ogni estate, osserva Ercoli, «la nostra città ci ha abituati a vivere la caccia all’immigrato di turno. Dopo il Baobab, Santi Apostoli e piazza Indipendenza ora è il turno di quelli di via Scorticabove, che pagano solo il fatto che la nostra città non è più in grado di accogliere chi è fragile e soprattutto non ha in prospettiva un valido progetto». Di contro, «apprezziamo invece il fatto che la diocesi di Roma, attraverso il vescovo Lojudice abbia aperto con i rifugiati/sfrattati un dialogo serio e solidale».

Il direttore sanitario di Medicina solidale rimarca come «donne e bambini prima di tutto, al di là del colore della pelle, devono essere tutelati e non perseguitati. La nostra città – prosegue – deve dare un segnale forte di solidarietà. Per questo invitiamo il ministro Salvini a Tor Bella Monaca nel nostro ambulatorio degli ultimi».

10 luglio 2018