Via Crucis Via Marsala, per “Dare voce agli invisibili”

Il 22 marzo dall’ostello alla chiesa del Sacro Cuore la «proposta di preghiera» con i senza dimora, dalla Caritas diocesana e dai salesiani della basilica. Un «invito alla fraternità»

Meditare e camminare insieme dietro la croce di Colui che si è fatto ultimo tra gli ultimi per “Dare voce agli invisibili”. Così recita il sottotitolo dell’iniziativa “Via Crucis Via Marsala”, in programma per venerdì 22 marzo. Quasi volendo assimilare le strade di Gerusalemme percorse da Gesù per raggiungere il monte Calvario a quelle che si snodano nel centro di Roma attorno alla stazione Termini, dove tra la frenesia delle attività commerciali e i tanti turisti gravita un numero elevato di senza fissa dimora. Per questo la «proposta di preghiera congiunta» di Caritas diocesana e dei Salesiani della basilica parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù a Castro Pretorio vuole essere un «invito alla fraternità».

A dirlo è Giustino Trincia, direttore della Caritas diocesana di Roma, spiegando che «abbiamo scelto la forma del rispettoso silenzio e della meditazione» perché «sono state dette forse troppe parole senza mai arrivare davvero al dialogo», mentre ripercorrere «insieme la via di Gesù può fornire una chiave di lettura anche a chi è più laico e riunire le persone in quella fraternità universale» di cui parla Papa Francesco nell’enciclica “Fratelli tutti”, senza che questo significhi «sottovalutare la complessità dei problemi».

Alla luce delle denunce di residenti, commercianti e imprenditori che operano nel turismo per lo stato di degrado e di abbandono del quadrante intorno alla stazione anche a motivo della presenza di persone immigrate e senza fissa dimora, Trincia riconosce l’importanza di «dare rispetto a chi vive e opera nella zona, anche in termini di garanzie e sicurezza», ma senza dimenticare di «tutelare e mettere al centro coloro che hanno meno forza contrattuale». Se quindi da un lato il direttore della Caritas diocesana ammette «la legittimità delle richieste di chi ha degli interessi economici, che vanno rispettate e ascoltate e infatti stiamo portando avanti iniziative di dialogo con i cittadini, i negozianti e i comitati di quartiere», dall’altro sottolinea il rischio di «una sempre maggiore marginalizzazione della parte più debole» e la necessità di pervenire a delle «soluzioni migliori» per tutte quelle persone che «vengono accolte, seguite e curate» nell’ostello della Caritas “Don Luigi di Liegro” «ma anche grazie alle altre associazioni che operano in quel territorio».

Proprio l’ostello sarà il punto di arrivo della Via Crucis presieduta dal vescovo ausiliare Michele Di Tolve, mentre la partenza è fissata per le 18.45 dalla basilica parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù, a via Marsala 42. Il parroco don Javier Ortiz Rodriguez auspica che alla Via Crucis, un’occasione importante «per rendere visibile all’esterno il sentimento religioso di cui a volte sembriamo vergognarci e per mostrare la periferia di Roma che c’è in questo centro della città», partecipino «anche i nostri amici di strada che frequentano la nostra chiesa e la Caritas». Per il salesiano, infatti, portare per le strade della città la croce di Gesù «può dire molto non solo a chi partecipa ma anche a chi vede cosa accade mentre attraversa velocemente le vie di Roma».

Guardando poi alle rimostranze «per la sporcizia e il degrado» di commercianti e ristoratori della zona, «alcuni dei quali sono nostri parrocchiani», don Javier constata «la difficoltà di pervenire a dei risultati e di trovare un punto di incontro», perché il problema è reale e «la brutta immagine della città non possiamo coprirla con un po’ di vernice o del trucco». Per il religioso, cioè, «è inutile ricorrere a soluzioni di superficie»; «la strada è quella di un aiuto concreto con punti di accoglienza e di intervento mirati e specifici per sostenere e aiutare ogni tipologia di persone sulla strada: da chi è alcolista o ha problemi di droga fino a chi ha perso la ragione e a chi è unicamente in difficoltà economica». A dire che bisogna «accudire ogni singola difficoltà con risposte diverse e differenziate», conclude.

18 marzo 2024