Via al G7 di Taormina, Msf: «Risposte all’aumento prezzi dei farmaci»
La cerimonia inaugurale il 26 maggio alle 11.30 al Teatro Greco; quindi il confronto politico. ActionAid: «Migrazioni e fame nel mondo siano tra le priorità»
La cerimonia inaugurale il 26 maggio alle 11.30 al Teatro Greco; quindi il confronto politico. ActionAid: «Migrazioni e fame nel mondo siano tra le priorità»
Il Teatro Greco di Taormina ospita questa mattina, venerdì 26 maggio, alle 11.30 la cerimonia inaugurale del G7. A fare gli onori di casa, il premier italiano Gentiloni, al suo primo G7 da primo ministro, arrivato nella serata di ieri a Taormina. Si apre così il confronto politico su un’agenda molto ricca, sulla quale restano molte divisioni di vedute tra alleati europei e Usa, specie su clima e commercio. Maggiore l’unità di intenti sulla lotta al terrorismo. È però su «politiche migratorie umane e di lungo termine» che Medici senza frontiere invita il vertice ad assumere «impegni coraggiosi». Rispetto invece alle questioni di salute globale che saranno nell’agenda del G7, Msf chiede di «rispondere con efficacia all’aumento dei prezzi dei farmaci e alla mancanza di ricerca e sviluppo sulle malattie dimenticate e farmacoresistenti».
A prendere la parola è Joanne Liu, presidente internazionale di Msf. «Come Medici senza frontiere – dichiara – siamo testimoni diretti dell’impatto di queste politiche in un’ampia varietà di contesti, tra i sopravvissuti del devastante conflitto in Siria, nei centri di detenzione in Libia, fino alla rotta di migranti e rifugiati in America centrale, dove i livelli di violenza sono estremi. Il costante aumento delle morti in mare, i muri fisici e amministrativi alle frontiere, le terribili condizioni di accoglienza e detenzione, e gli episodi di respingimento devono essere considerati dai leader del G7 come un fallimento annunciato della loro leadership in ambito umanitario». L’associazione chiede quindi «con urgenza misure concrete per attuare nuove politiche umane verso migranti e rifugiati: canali legali e sicuri per chiedere protezione, condizioni di accoglienza sicure e dignitose nei Paesi di destinazione e transito, individuazione precoce delle vulnerabilità, e la messa in opera di un sistema dedicato di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, che miri a salvare vite e non a impedire gli arrivi in Europa».
Forte la «preoccupazione» di Msf «per il moltiplicarsi degli accordi che esternalizzano il controllo delle frontiere a Paesi terzi, spesso insicuri, che mettono a rischio lo stesso concetto di rifugiato e gli obblighi di protezione». Tra gli esempi recenti, l’accordo Ue-Turchia e l’accordo tra Italia e Libia, «che supporta l’intercettazione dei migranti in mare da parte della guardia costiera libica, impedendo alle persone di chiedere protezione e respingendole verso ben note condizioni di violenza, torture e disumane condizioni di detenzione in Libia».
Anche da ActionAid arriva l’invito ai sette grandi del mondo a «lavorare insieme per ridurre la fame, accogliere i migranti e mettere le donne al centro delle politiche per lo sviluppo», scongiurando il rischio che il summit «rimanga ostaggio della paura, condizionato da uno scenario internazionale sempre più incerto e dalle minacce di terrorismo». L’agenda del vertice, dichiarano da Taormina i portavoce di ActionAid – sembra destinata a concentrarsi sulle questioni immediate di sicurezza, crisi economica, emergenze e conflitti, rinunciando a prendere impegni per risolvere le sfide del futuro, quelle dello sviluppo sostenibile, dal punto di vista economico, sociale e ambientale». L’appuntamento di Taormina però «non può e non deve essere un’opportunità sprecata: c’è bisogno più che mai di un G7 utile e concreto».
ActionAid chiede dunque di trovare strategie efficaci per affrontare alla radice il fenomeno delle migrazioni e dell’accoglienza, rimuovere le cause profonde delle disuguaglianze e della povertà, garantire la sicurezza alimentare e la giustizia economica mettendo al centro le donne. «Dal punto di vista politico – dichiara il segretario generale per l’Italia Marco De Ponte – ci auguriamo che non ci si trovi davanti a un nulla di fatto, per non minare ulteriormente la fiducia di elettori e cittadini, e che una serie di temi centrali per l’agenda internazionale non siano annacquati in una dichiarazione finale tutta incentrata sulla difesa dei propri confini e con posizioni sui fenomeni migratori ancora più regressive rispetto all’ultimo vertice del Giappone».
26 maggio 2017