Vescovi e sindaci del Mediterraneo, Bassetti: «Azione di pace»
Alla vigilia dell’Incontro di Firenze, la conferenza di presentazione. Il presidente Cei: «Momento di profonda crisi». Il sindaco Nardella: «Doppio appuntamento storico»
«Siamo in un momento di profonda crisi, anche per quello che sta succedendo in Ucraina». Il cardinale presidente della Cei Gualtiero Bassetti ha collocato nell’attualità di queste ore di tensione al confine orientale dell’Europa la presentazione del convegno “Mediterraneo frontiera di pace”, che dal 23 al 27 febbraio riunirà a Firenze vescovi e sindaci del Mediterraneo. Nella conferenza stampa che si è svolta sabato 19 febbraio, in collegamento con il cenacolo di Santa Croce, nel capoluogo fiorentino, ha sottolineto che proprio in questo momento «dal punto di vista della provvidenza di Dio diventa ancora più necessaria questa nostra azione di pace. Ringrazio il Signore – ha aggiunto – per averci ispirato questa iniziativa che dà seguito a quanto abbiamo pensato e progettato a Bari, perché il Mediterraneo, che è il grande lago di Tiberiade della famiglia abramitica, sia davvero segno di pace soprattutto nel contesto così drammatico come quello che stiamo vivendo», ha ribadito. È vero che «l’Ucraina non è direttamente sul Mediterraneo – le parole del porporato – ma lo è attraverso il Mar Nero; e La Pira diceva che fino agli Urali è tutto Mediterraneo, perché questo mare abbraccia tre continenti e più di venti nazioni. Il Mediterraneo è veramente una grande frontiera di pace che deve riunire tutta la famiglia di Abramo. È interessante – ha concluso – anche il fatto che vescovi e sindaci siano assieme: i vescovi porteranno quelli che sono gli effetti dell’annuncio del Vangelo, i sindaci ci mostreranno la situazione concreta dei popoli che essi rappresentano. Il confronto tra vescovi e sindaci, nella sintesi che farà il Papa, credo che sia un momento provvidenziale che va al di là di Firenze e del Mediterraneo».
Presente alla conferenza stampa anche l’arcivescovo di Firenze il cardinale Giuseppe Betori, che ha assicurato che «tutta la città è interessata e coinvolta nell’organizzazione del convegno». Nelle parole del porporato, «quelli che si svolgeranno a Firenze sono due incontri nell’eredità di La Pira, che confluiranno nella giornata di sabato in un confronto comune da cui si auspica possa uscire anche una voce comune». Il tutto suggellato dalla visita del Papa, che «viene ad ascoltare, a parlare e a celebrare, come era uso nei convegni che La Pira organizzava a Firenze e che si concludevano in Santa Croce con la celebrazione presieduta allora dall’arcivescovo, il venerabile cardinale Elia Dalla Costa». Firenze, ha sottolineato Betori, «mette a disposizione i luoghi simbolo della sua cultura e della sua identità: Palazzo Vecchio, Santa Maria Novella, il teatro del Maggio Musicale, Santa Croce. A questi si aggiungono altri luoghi che vengono coinvolti perché cercheremo di offrire ai vescovi un’immagine della nostra Chiesa e della nostra città». Per la Messa con il Papa poi «la diocesi ha scelto di portare in basilica i poveri, i fragili, i deboli, coloro che vengono assistiti dalle nostre realtà caritative»; un altro migliaio di persone parteciperanno dalla piazza, in rappresentanza di parrocchie, associazioni e movimenti. Saranno 150 i volontari della diocesi impegnati ad accompagnare le delegazioni dalle diocesi mediterranee mentre in Santa Maria Novella, luogo degli incontri dei vescovi, si svolgerà l’adorazione eucaristica continuata per tutto il periodo del convegno.
A illustrare i temi, il vicepresidente Cei Antonino Raspanti, vescovo di Acireale. «Abbiamo scelto di affrontare il tema delle città e della cittadinanza, da diversi punti di vista», ha detto in collegamento con la conferenza stampa a proposito del convegno promosso dalla Cei, che si svolgerà in contemporanea con l’incontro dei sindaci, invitati dal sindaco di Firenze; entrambi poi confluiranno nell’incontro con Papa Francesco, domenica 27 febbraio. «Noi porremo attenzione – le parole di Raspanti – ad alcuni temi fondamentali, quali la presenza dei bisognosi, il prendersi cura di chi ha di meno, la convivenza di pluralità di fedi e culture, la necessità di riconoscimenti reciproci, di mettersi insieme per collaborare tra le varie presenze che sono nelle città. Guardare alla situazione ecologica e agli squilibri che sono alla base delle migrazioni e che causano la ferita grave che sono le morti, gli scontri, le violenze». E ancora: «Ci interrogheremo, noi vescovi, su quali diritti e quali doveri le comunità cristiane hanno all’interno delle città, per contribuire al bene comune e alla pace».
Ha parlato di «doppio appuntamento storico» il primo cittadino di Firenze Dario Nardella. Un evento «che avviene in un momento cruciale per le sorti della pace», in un momento «drammatico», ha precisato, riferendosi alle tensioni al confine tra Ucraina e Russia. «Spero che da Firenze si levi un appello accorato per la pace», ha aggiunto ancora Nardella, rivolgendo poi il suo appello all’Europa, «spesso distratta», ad «avere più attenzione per quello che avviene nel Mediterraneo: non può voltarsi dall’altra parte». L’incontro dei sindaci vedrà rappresentate 65 città da 15 Paesi di 3 continenti diversi. Sarà anche l’occasione per accogliere a Firenze il presidente del Consiglio Mario Draghi, che sarà presente all’apertura dell’incontro dei vescovi mercoledì 23 febbraio, e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che sarà in Santa Croce domenica 27. Saranno presenti nella giornata di sabato 26 anche i ministri Luciana Lamorgese (Interno) e Luigi Di Maio (Esteri). Questo evento, ha affermato ancora Nardella, «ci riporterà alla memoria l’incontro dei sindaci organizzato da Giorgio La Pira nel 1955. Se guardiamo alle crisi, ai morti, alle desertificazioni, non possiamo che fare nostro il motto lapiriano “Spes contra spem”, sperare contro ogni speranza».
21 febbraio 2022