Vescovi del Nord Africa: i migranti, «persone e non questione politica»

Conclusa in Senegal l’assemblea della Conferenza episcopale. «Qui siamo al cuore del dramma della vita e della morte di tanti»

Conclusa in Senegal l’assemblea della Conferenza episcopale. «Qui siamo al cuore del dramma della vita e della morte di tanti». L’«immenso bisogno» di essere ascoltati

Conclusa a Keur Moussa, in Senegal, l’assemblea della Conferenza dei vescovi della regione del Nord Africa (Cerna). Una scelta, quella della sede, dovuta al fatto che la maggior parte dei fedeli della Chiesa cattolica in Algeria, Tunisia, Marocco e Libia sono originari dell’Africa sub-sahariana. Molti di loro sono migranti: tra loro malati, donne sole o con bambini piccoli, minori non accompagnati, oltre a persone finite in carcere senza nessuno che si reca a visitarle.

«In Africa settentrionale – scrivono i vescovi nel comunicato finale – siamo al cuore del dramma della vita e della morte di tanti migranti. Questi sono prima di tutto delle persone e non una questione politica». E di queste persone i presuli sottolineano anzitutto «l’immenso bisogno di essere ascoltati». Ancora, «siamo particolarmente interpellati – scrivono – dalla solitudine e dalle prove interiori che vivono molti di loro». Di qui l’appello alla «coscienza dei popoli» affinché sappia «valutare e sostenere i dirigenti nella ricerca di vie degne e giuste» per affrontare questo dramma.

Altro tema al centro del comunicato finale, quello dei rapporti con le comunità musulmane, «tema cruciale» per tutta l’Africa e non solo. «Siamo stati testimoni, qui in Senegal, di una convivialità  islamico-cristiana che si spinge fino all’interno delle famiglie», affermano i vescovi, che, tra le altre cose, hanno incontrato i responsabili di una confraternita sufi le cui radici si trovano «nei nostri Paesi del Maghreb» e i cui responsabili hanno buoni rapporti con il vescovo e la Chiesa locale.

7 febbraio 2017