Conto alla rovescia per l’incontro dei presidenti della Conferenze episcopali del mondo sul tema della protezione dei minori nella Chiesa, in programma in Vaticano dal 21 al 24 febbraio. Un incontro al quale Papa Francesco sarà presente in tutti i momenti. Se ne è parlato questa mattina, 13 febbraio,  a margine della cerimonia dei diplomi in Safeguarding, alla Pontificia Università Gregoriana. «Lavoriamo con realismo e determinazione», ha assicurato padre Hans Zollner, presidente del Centro per la protezione dei minori della Gregoriana e membro del Comitato organizzativo dell’incontro. Parlando ai giornalisti, ha voluto anche sottolineare «serenamente e umilmente» i progressi  che la Chiesa sta facendo, promuovendo, ad esempio in Germania e negli Stati Uniti, «misure di prevenzione e l’istituzione di nuovi uffici, in diocesi e ordini religiosi». Il gesuita ha fatto l’esempio della Pennsylvania dove, dal 1945 al 2018 si sono contati ben 301 sacerdoti abusatori. Ma «se uno guarda bene le statistiche – ha chiarito – dal 2002 al 2018 sono solo tre i casi denunciati, mentre fino al 2002 erano 298. Certo, il numero complessivo fa scalpore ma il resto dell’informazione fa vedere quanto il lavoro di prevenzione stia portando frutti».

Interrogato dai giornalisti sul ruolo di Roma, e in particolare della Santa Sede, nel correggere errori di negligenza e “offuscamento” commessi dai vescovi, Zollner ha risposto evidenziando tre punti. Anzitutto, ha detto, «la Chiesa cattolica, al contrario dell’impressione che la gente ha, non è un’istituzione monolitica, non è una macchina e il Papa non è un imperatore che preme un bottone rosso e tutti i vescovi e i sacerdoti seguono». Secondo: la creazione della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, un anno dopo l’inizio del pontificato, la pubblicazione del Motu Proprio “Come una madre amorevole”,  la Lettera al popolo di Dio, le varie dichiarazioni e la convocazione stessa di questo incontro in Vaticano dimostrano chiaramente la volontà del Papa affinché «tutta la Chiesa si muova verso la direzione di un maggior impegno per il bene e la sicurezza dei bambini», ha rimarcato il gesuita. L’ultima considerazione è che la visione del Papa della Chiesa «non è piramidale ma favorisce il modello sinodale» e ciò implica in questo caso «una vera corresponsabilità a vari livelli e ciascuno con le sue competenze».

Riguardo poi all’istituzione di un tribunale presso la Santa Sede, padre Zollner ha osservato che già nel 2016, nel Motu proprio “Come una madre amorevole”, «il Papa ha istituito il contesto in cui i vescovi che sono negligenti nel trattare casi di abusi possono essere giudicati. Quello su cui dobbiamo andare avanti – ha osservato – è come si configura concretamente e si applica».

13 febbraio 2019