Verso le elezioni. Retinopera: «Vogliamo un’Europa dei popoli»
Sei auspici per l’Ue e altrettante raccomandazioni all’Italia. Procede su un doppio binario il documento condiviso dalle 20 organizzazioni della “rete”, in vista delle consultazioni europee del 26 maggio
Un’Europa democratica e partecipativa; un’Europa solidale e accogliente. Un’Europa del valore umano del lavoro e del lavoro per tutti; un’Europa della promozione della cultura, della scienza e dell’arte. Un’Europa dello sviluppo sostenibile e dell’economia integrale. Un’Europa del Terzo settore e dell’associazionismo e della gratuità. Sei auspici e altrettante raccomandazioni. I primi nei confronti «dell’Europa che vogliamo»; le seconde rivolte «a noi stessi e alla società italiana». Sono i contenuti del documento “I 6 punti dell’Europa che vogliamo”, presentato oggi, 8 febbraio, a Roma da Retinopera, realtà composta da 20 organizzazioni del mondo cattolico italiano che collaborano per dare concretezza ai principi della Dottrina sociale della Chiesa. L’evento si è svolto presso l’Ufficio in Italia del Parlamento europeo alla presenza di uno dei vicepresidenti, David Sassoli; di Beatrice Covassi, capo rappresentanza in Italia della Commissione europea; di Gianfranco Cattai, coordinatore di Retinopera, e di alcuni rappresentanti delle diverse realtà.
Il documento è frutto di un percorso che le organizzazioni della rete hanno portato avanti in questi ultimi mesi, sottoscrivendo un testo condiviso in vista delle elezioni europee del prossimo 26 maggio. Diverse realtà del network sostengono infatti la campagna istituzionale stavoltavoto.eu lanciata per informare i cittadini e promuovere la partecipazione al voto. Sullo sfondo l’esortazione di Papa Francesco, il 24 marzo 2017: «L’Unione europea nasce come unità delle differenze e unità nelle differenze. Oggi ha bisogno di riscoprire il senso di essere anzitutto “comunità” di persone e di popoli consapevole che “il tutto è più della parte, ed è anche più della loro semplice somma” e dunque che “bisogna sempre allargare lo sguardo per riconoscere un bene più grande che porterà benefici a tutti”».
«Auspichiamo una conduzione più democratica delle Istituzioni europee», un’Europa «della centralità dei popoli, dei cittadini, della società civile», un’Europa «della dignità e della libertà nella quale la cittadinanza europea si eserciti responsabilmente nei luoghi di partecipazione, dibattito e conoscenza», un’Europa del «rispetto dei diritti umani e sociali», si legge al primo punto. La corrispondente raccomandazione «a noi stessi e alla società italiana» è di promuovere partecipazione, corretta informazione, valorizzazione dei corpi intermedi e dello spirito di sussidiarietà a tutti i livelli, a cominciare dal ruolo della famiglia.
«Auspichiamo un’Europa dell’accoglienza e della solidarietà verso i soggetti più deboli, a partire da coloro che fuggono dalla morte e dalla disperazione cercando nei nostri Paesi rifugio e dignità», si legge al secondo punto che sollecita un «sussulto etico» di tutti gli europei e lancia un appello alla «responsabilità umanitaria» dei governi Ue. Fraternità, rispetto dei diritti umani, lotta alle discriminazioni, dialogo tra religioni e Chiese, costruzione della pace mondiale richiamata dai Trattati costitutivi: queste le richieste di Retinopera. All’Italia il network chiede in modo speculare solidarietà, rispetto dei diritti umani, una politica migratoria «fondata sull’accoglienza» anche rafforzando i corridoi umanitari, e su «una efficace integrazione», nonché «il rafforzamento del pilastro sociale dell’Unione, da trasformare in un vero e proprio social compact».
Il terzo punto è dedicato al lavoro e l’auspicio è di dignità, valorizzazione, occupazione e tutela per tutti. Parola d’ordine: no all’economia dello scarto e alla corsa al ribasso sui diritti. L’adozione dei valori umani del lavoro e l’impegno per la centralità della persona nei processi produttivi sono le richieste al nostro Paese. Il documento auspica inoltre che l’Ue salvaguardi il patrimonio naturale, culturale e artistico dei vari contesti promuovendo lo scambio tra culture e sostenendo «la costruzione comune di una identità laica europea, all’interno della quale si tenga conto di tutte le espressioni sociali e religiose diffuse sul territorio». In Italia occorre allo stesso modo «valorizzare i patrimoni sociali e culturali dei popoli che la compongono» ed «educare i giovani a operare concretamente in forma congiunta per costruire una Europa dell’ambiente, della cultura e della scienza».
Sviluppo sostenibile ed economia integrale sono il quinto auspicio, quello di un’Europa protagonista a livello globale in sintonia con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030 e gli Accordi di Parigi sul clima. Una governance istituzionale dei sistemi finanziari, che ridia alla finanza il ruolo di «strumento» al servizio dell’uomo, e la promozione di un serio contrasto alla esclusione sociale e materiale, la raccomandazione all’Italia. Terzo settore, associazionismo, gratuità. Tre parole chiave per migliorare la qualità della vita e promuovere la dignità umana e il rispetto dei diritti. L’Europa è dunque chiamata a favorire lo sviluppo di reti, di aggregazioni, e di cooperazione tra associazioni ed espressioni della società civile per rafforzare «un’identità europea pacifica e solidale». Anche al nostro Paese è chiesto maggiore impegno «nelle sedi e nelle forme con le quali la società civile si aggrega ed esprime le proprie aspettative, necessità ed orientamenti valoriali». (Giovanna Pasqualin Traversa)
8 febbraio 2019