Verso le elezioni, la Fiopsd ai partiti: «Quali impegni intendete assumere?»

La lettera aperta ai leader, con richieste precise su esclusione abitativa, sostegno al reddito, povertà energetica e servizi. «Da inizio anno sono morte in strada 242 persone, come in tutto il 2021. Oltre 55mila i senza dimora in Italia. Superare l’approccio emergenziale»

«Il 25 settembre si terranno le elezioni politiche. Votazioni che avvengono dopo oltre 2 anni di emergenza pandemica, crisi economica e sociale che hanno aumentato gravissime situazioni di marginalità e povertà. Da inizio anno, in soli 8 mesi, sono morte in strada 242 persone, come in tutto il 2021. Sono oltre55 mila le persone senza dimora in Italia, cittadini italiani e stranieri che vivono in condizioni di vulnerabilità e grave disagio sociale ed economico.  Negli anni recenti si è intervenuto sui servizi di bassa soglia quali dormitori, mense, empori solidali, docce, unità di strada e altri, a supporto delle persone che vivono in strada o in condizioni di marginalità grave, ma è necessario e inderogabile superare l’approccio emergenziale che limita le azioni ad alcuni periodi dell’anno (Piani Freddo) senza una prospettiva capace di assumere il fenomeno come strutturale, complesso, multidimensionale, richiedendo quindi interventi continuativi e multidisciplinari». Così la Fiopsd (Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora), che in rappresentanza dei propri 144 soci in 17 regioni chiede ai leader di partito e alle coalizioni quale impegno esplicito e concreto intendono prendere in merito a quattro temi specifici. Le richieste sono incluse in una lettera aperta alle forze politiche.

Esclusione abitativa e case accessibili. Per la Fiopsd, l’8,3% delle famiglie europee risulta in arretrato con i pagamenti di affitti e mutui. «La difficoltà di sostenere i costi dell’abitazione può essere una anticamera dell’homelessness per le persone e le famiglie più esposte al rischio di povertà – afferma -. Data la scarsità di soluzioni abitative adeguate, dignitose e accessibili, il rischio è di creare una sorta di concorrenza tra persone senza dimora e altri gruppi vulnerabili nel riconoscimento del diritto ad un alloggio adeguato». Da qui i suggerimenti e le possibili soluzioni: «Agire preventivamente per contrastare l’esclusione abitativa, la perdita del proprio alloggio e l’impoverimento progressivo; utilizzare le risorse europee e i fondi nazionali per programmare politiche dell’abitare di lungo periodo per un cambiamento strutturale e sistemico; promuovere azioni mirate per recuperare il patrimonio immobiliare pubblico in disuso e i beni confiscati alla mafia da destinare ad alloggi sociali a canoni calmierati, co-housing, alloggi condivisi, alloggi supportati per varie tipologie di persone e nuclei nella logica dell’housing first e della abitare sociale». E ancora, si chiede di «promuovere accordi tra enti pubblici, proprietari e affittuari per reperire appartamenti sul mercato privato prevedendo un supporto sociale professionale a sostegno del mantenimento dell’abitazione; finanziare programmi di supporto socio-economico e di rapido inserimento in casa per evitare che le persone possano scivolare in una condizione di homelessness; aiutare le persone senza dimora ad avere accesso a soluzioni alloggiative non emergenziali, fornendo servizi completi con l’obiettivo di promuovere l’autonomia personale e l’integrazione sociale; potenziare gli strumenti dei Fondi di garanzia, del Fondo per morosità incolpevole e l’Agenzia sociale per la casa; promuovere azioni verso comuni regioni enti gestori case popolari  per acquisizioni immobiliari da destinare a abitazioni sociali attraverso ristrutturazioni di edifici abbandonati, locali industriali e/o commerciali con cambi di destinazioni d’uso per creazione, a esempio, di piccoli loft nella logica dell’housing first e dell’abitare sociale». Infine, «promuovere a livello nazionale la creazione di un Voucher dell’Abitare: una somma a disposizione dei beneficiari che in corso di locazione si trovano a dover affrontare un imprevisto (perdita di lavoro, problemi di salute ecc..). Questo importo economico potrebbe intervenire tempestivamente per evitare l’insorgere di morosità o il distacco delle utenze per il mancato pagamento e potrebbe esser erogato anche in forma di fondo di rotazione o microcredito all’abitare, prevedendo quindi una restituzione».

Sostegno al reddito. «Le persone senza dimora in Italia sono oltre 50mila (Istat 2014). Uomini e donne, di età media 44 anni, persone multiproblematiche, a basso reddito o con lavori precari e insicuri, persone che non riescono a sostenere i costi dell’abitare – segnala la Fiopsd -. Milano, Roma e Palermo sono le città dove sono più numerose. La pandemia e la conseguente recessione economica hanno certamente aggravato le condizioni di vita di persone e famiglie così indigenti facendo parlare le organizzazioni del settore di “un’emergenza nell’emergenza”». Ciò premesso, l’organizzazione suggerisce di «promuovere misure economiche che contrastino lo scivolamento progressivo e irreversibile in una condizione di povertà estrema e agganciare le misure di sostegno al reddito ad un progetto di presa in carico sociale professionale di lungo periodo». Inoltre, chiede di «ripensare il sistema di tutela sociale per le persone più fragili, con bisogni complessi spesso correlati a problemi di salute, traumi, fratture familiari, detenzione, lunghi periodi di disoccupazione e difficoltà a trovare opportunità di recupero». Inoltre, si chiede di «superare gli ostacoli che impediscono, a chi ne ha bisogno, di accedere alle forme di sostegno economico, modificando gli stringenti requisiti che oggi non permettono alle persone senza dimora di fruirne e garantendo, tra i prerequisiti, il riconoscimento del diritto alla residenza anagrafica come previsto dalla normativa vigente; e attivare politiche del lavoro di sgravi e incentivi per gli imprenditori per inserimenti lavorativi di persone senza dimora già durante il periodo dell’ospitalità, per accompagnarli a inserimenti in strutture diverse dall’edilizia sociale (coabitazioni, affitti edilizia privata, a proprietà indivisa, …) al fine di trovare misure alternative all’edilizia sociale avendo raggiunto una stabilità economica dal lavoro avviando in parallelo sgravi per la proprietà privata».

Povertà energetica. Afferma la Fiopsd: «Negli ultimi anni l’incremento senza precedenti dei costi energetici ha determinato un aumento del costo della vita e un ampliamento della povertà energetica, che espone gli individui e la famiglie più povere al rischio di essere sfrattate o vivere in condizioni abitative inadeguate e insalubri. Anche le organizzazioni impegnate nel fornire supporto alle fasce più fragili di popolazione stanno soffrendo gli impatti della crisi energetica, con il rischio di dover restringere o non poter più svolgere adeguatamente le attività sociali e assistenziali fornite alla collettività». Quindi, per la Federazione, occorre «garantire a nuclei familiari e singoli in condizione di povertà e senza dimora l’accesso a risorse energetiche adeguate per assicurare condizioni di vita sane e dignitose; supportare le persone in condizioni di povertà e marginalità nel pagamento delle utenze domestiche e promuovere l’educazione a consumi energetici consapevoli; allineare l’obiettivo della rigenerazione e dell’efficientamento energetico con quello dell’inclusione sociale, ovvero investire in programmi energetici che tengano conto dell’impatto sociale generato. Questi programmi devono avere come target prioritario anche le persone in disagio abitativo ponendo garanzie che tutelino le persone povere e vulnerabili dall’aumento dei costi delle case associato all’azione di rinnovamento energetico». Infine, occorre «supportare le organizzazioni di terzo settore che erogano servizi ai più bisognosi nel sostenere gli aumenti dei costi energetici affinché non vengano penalizzati i servizi offerti alle collettività».

Centralità dei servizi territoriali. Ogni mese oltre 17mila persone senza dimora si rivolgono ai servizi offerti dalle organizzazioni di volontariato, cooperative e servizi sociali che fanno parte della rete Fiopsd. «Oltre ai servizi standard – mense sociali, dormitori, servizio docce, sportello di orientamento – portano avanti progetti innovativi e specializzati per offrire risposte più adeguate alle necessità delle persone senza dimora come gli innovativi progetti Housing First, Unità di strada socio-sanitarie, tirocini lavorativi, strutture post acuzie, rimpatri assistiti», ricorda l’organizzazione. Ciò detto, si chiede di «investire nelle competenze del lavoro sociale e nella qualità dei servizi per evitare servizi ghettizzanti e assistenzialisti; rafforzare competenze e tipologia di professioni presenti nei servizi territoriali, qualificando la struttura degli ambiti territoriali sociali e promuovendo percorsi di partecipazione attraverso la co-programmazione e la co-progettazione degli interventi di contrasto alle povertà, nella prospettiva del lavoro di comunità e dell’integrazione socio-sanitaria». E, infine, «monitorare l’attuazione dei Centri Servizi finanziati dal Pnrr per la presa in carico integrata e per la messa in atto di percorsi partecipati di accompagnamento, funzionali allo stato di salute, economico, familiare e lavorativo delle persone interessate con azioni integrate socio-sanitarie e di raccordo con equipe multidisciplinari, orientate ad una presa in carico della persona condivisa tra personale pubblico, sanitario del terzo settore».

Il documento della Fiopsd chiude con due domande rivolte alle forze politiche: «L’Italia ha già deciso di investire 450 milioni del Pnrr (Missione 5 – Inclusione sociale) e i 90 milioni del React Eu per la promozione di soluzioni abitative ispirate all’innovativo approccio dell’Housing First (prima la casa), nonché per la realizzazione di centri servizi per il contrasto alla povertà intesi come punti di accesso diffusi sul territorio ad accesso libero per persone in condizioni di bisogno. Quale impegno prenderà il nuovo governo in tema di esclusione abitativa e homelessness? In che modo darà continuità ai progetti di Housing First e Housing Led sostenuti dalle risorse Pnrr?».

5 settembre 2022