Verso la visita di Francesco al Sacrario di Redipuglia

Pubblicata la lettera dell’Ordinario militare Santo Marcianò “Il Dio che stronca le guerre”. Francesco regalerà ai cappellani militari delle lampade accese alla fiamma del sepolcro del santo di Assisi

In vista del pellegrinaggio di Papa Francesco al Sacrario militare di Redipuglia, a 100 anni dall’inizio della prima guerra mondiale l’Ordinario militare per l’Italia Santo Marcianò ha indirizzato a cappellani e militari e non solo una lettera dal titolo “Il Dio che stronca le guerre”, pubblicata dalla Libreria editrice varicana. «La guerra non ha futuro – si legge nel testo -: il futuro della guerra è la pace», nonostante «l’esperienza, la storia, persino la cronaca dei nostri giorni sembrano affermare esattamente il contrario. Non sembra duratura la pace, la guerra non sembra aver fine».

L’invito del presule è a «guardarci attorno» perché «sentiamo le armi proporsi come minaccia o scatenarsi con forza in tanti Paesi del Medio Oriente, dell’Africa, dell’Asia e della stessa Europa. Guerre di diversa entità, che assommano motivazioni politiche, discriminazioni etniche, intolleranze religiose e altre cause». E al contempo «guardarci anche dentro» per persuaderci che «la pace non è pace finché anche un solo popolo nel mondo sarà in guerra, ma anche che la pace non può celare, dietro l’apparente assenza di guerra, quelle ingiustizie, discriminazioni, prevaricazioni e violenze di ogni genere».

L’arcivescovo offre quindi una serie di spunti di riflessione, tratti anche dal magistero di Papa Francesco, inquadrandoli in alcune dimensioni della pace: politica, sociale, antropologica, pedagogica, evangelica ed ecclesiale. Sono «suggerimenti che provano a valorizzare una sorta di vocabolario di speranza nel nostro mondo militare». In particolare, a proposito della dimensione politica, non bisogna «fare la guerra», osserva, ma piuttosto «lavorare per fermare le violenze, le guerre», ricordando che «oggi i confini della nostra Patria, particolarmente in Italia, non sono trincee da difendere ma porte da aprire, per uscire e soccorrere coloro che, in altre parti del mondo, dalla guerra sono afflitti; soprattutto, per accogliere chi dai propri confini fugge perché rifiutato, calpestato, violato proprio in Patria».

Una visita, quella di Francesco al Sacrario militare, annunciata già il 6 giugno scorso, per ricordare l’«inutile strage» della prima guerra mondiale. In programma la visita privata al cimitero militare austro-ungarico di Redipuglia e la partecipazione all’evento di cappellani militari e autorità ecclesiali da tutto il mondo. Proprio ai cappellani militari il Papa regalerà delle lampade accese alla fiamma del sepolcro di san Francesco, ad Assisi. Intanto pochi giorni fa, il 3 settembre, è stata consacrata alla “Regina della Pace” la cappella posta sulla sommità del Sacrario: un’iniziativa nata dal progetto educativo “Umanità dentro la guerra” svolto da alcune scuole friulane e ispirato alla vicenda di umanità vissuta nella seconda guerra mondiale da un soldato di Gemona del Friuli, Ferdinando Pascolo, durante la “Campagna di Russia”. Così ora, scrivono i direttori dei settimanali diocesani del Nordest in un editoriale pubblicato dall’Agenzia Sir, «la simbologia fascista lascia il passo ad un profondo richiamo di fede e di fratellanza cristiana, espresso nella cappella dal Padre Nostro tradotto nelle 14 lingue dei popoli che combatterono sul Fronte dell’Isonzo durante la Grande Guerra».

11 settembre 2014