Verso la Cop29: Save the Children fa il punto sulla condizione dei bambini
300 milioni – 1 su 8 – i piccoli colpiti dai 10 maggiori eventi meteorologici estremi dell’anno. L’invito a porli «con urgenza» al centro di ogni politica climatica
Nel corso del 2024 – dal 1° gennaio al 29 ottobre – circa 1 bambino su 8 a livello globale è stato colpito in modo significativo dai 10 maggiori eventi meteorologici estremi. 300 milioni di piccoli in Asia, Africa e Brasile – circa il 12,5% della popolazione infantile totale (2,4 miliardi) -, costretti a fuggire dalle proprie case, a interrompere il percorso scolastico e a dipendere dagli aiuti umanitari, a causa di fenomeni come la tempesta tropicale Trami, che alcune settimane fa ha attraversato le Filippine e ha comportato la chiusura delle scuole per 19,5 milioni di bambini[; la siccità in Africa meridionale, secondo le Nazioni Unite la peggiore degli ultimi 100 anni, che ha reso 12,2 milioni di bambini bisognosi di assistenza umanitaria; le inondazioni in tutta l’Africa occidentale e centrale che hanno costretto 10 milioni di bambini a lasciare la scuola[. E ancora, un’ondata di caldo senza precedenti in Asia meridionale, che ha allontanato dalla scuola 256 milioni di bambini; il tifone Yagi, che ha attraversato il sud-est asiatico a settembre e ha reso necessari aiuti umanitari per circa 1,5 milioni di bambini. E in più, inondazioni, cicloni e monsoni in Bangladesh, Corno d’Africa, Repubblica democratica del Congo, Sud Sudan e Brasile.
Mentre i leader del mondo si preparano a riunirsi per la Cop29, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, in programma a Baku, in Azerbaigian, dall’11 al 22 novembre, Save the Children lancia l’allarme sulla condizione dei più piccoli, che sono spesso i più esposti alle conseguenze peggiori degli eventi meteorologici estremi, che diventano sempre più frequenti e gravi. E che negli ultimi 50 anni sono aumentati, a livello globale, di 5 volte. E, con l’analisi dei dati, sottolinea l’«urgenza» di «porre i bambini al centro di ogni politica climatica e di ogni decisione che si prenderà alla Cop29». In particolare, poiché la maggior parte dei bambini colpiti vive in Paesi a basso e medio reddito, «i leader mondiali devono più che mai dare priorità alle voci e alle esperienze dei bambini che vivono in condizioni di povertà, disuguaglianza e discriminazione», affermano dall’organizzazione.
Come Kyariyam, 12 anni, vittima, con la sua famiglia, delle inondazioni di settembre nel nord-est della Nigeria. La loro casa è andata distrutta e ora vivono in un campo per sfollati. «L’alluvione ha distrutto tutto nella nostra casa, ha spazzato via i nostri vestiti, le uniformi scolastiche e i libri – racconta agli operatori di Save the Children -. È qualcosa che non dimenticherò mai. È la prima volta che vedo un’alluvione del genere. Non avrei mai immaginato che l’acqua potesse sommergere un’intera casa in pochi minuti – aggiunge -. Metà della nostra scuola è stata completamente distrutta e non andarci mi fa stare male. Mi preoccupo costantemente di come potrò recuperare».
Lo conferma una recente ricerca della Banca Mondiale, secondo cui in media 400 milioni di studenti hanno subito la chiusura delle scuole a causa di condizioni meteorologiche estreme dal 2022. Kyariyam chiede ai leader mondiali di Cop29 di sostenere la sua comunità. «Chiedo loro di aiutare a ricostruire le nostre comunità e le nostre scuole. Dovrebbero creare canali d’acqua adeguati per prevenire future inondazioni – le sue parole -. Abbiamo anche bisogno di sostegno per le uniformi scolastiche e i libri, per tornare a scuola».
Secondo le Nazioni Unite, il cambiamento climatico indotto dall’uomo ha anche aggravato la siccità legata a El Nino – la peggiore degli ultimi 100 anni -, che ha bruciato le terre e distrutto i raccolti in tutta l’Africa meridionale per la maggior parte di quest’anno, in una regione in cui il 70% della popolazione si affida all’agricoltura per sopravvivere. Zinhle, 14 anni, viene dallo Zimbabwe, dove la semina è stata ritardata di due mesi o più, incidendo significativamente sui raccolti di mais e mettendo 7,6 milioni di persone – il 47% della popolazione – a rischio di fame acuta. Sua madre vendeva capre che le fornivano i mezzi per pagare le tasse scolastiche, ma quasi tutto il bestiame è morto a causa della mancanza di cibo e acqua. «Abbiamo arato i nostri campi, ma tutti i raccolti sono stati bruciati dal sole e non abbiamo ricavato nulla – racconta -. A casa eravamo soliti mangiare tre pasti al giorno, ma ora ne mangiamo due. E parla di alcuni dei suoi amici colpiti così gravemente che hanno dovuto abbandonare la scuola per cercare lavoro in miniera. «Vorrei dire ai leader mondiali che la siccità ci sta colpendo. Dovrebbero trovare soluzioni che ci facciano rimanere a scuola, perché se l’abbandoniamo, non avremo un futuro», è il suo appello.
Alla Cop29 di Baku, dunque, Save the Children chiede che i diritti, le voci e le vulnerabilità uniche dei bambini siano prese in considerazione nel Nuovo obiettivo globale di finanza per il clima (Ncgq) che sarà concordato quest’anno e nei piani di adattamento nazionali e globali. Ancora, chiede di migliorare le opportunità di partecipazione dei minori e dei giovani alla Cop, in modo che possano essere coinvolti nelle decisioni che li riguardano. Nelle parole di Inger Ashing, ceo di Save the Children International, «i cambiamenti climatici non possono essere considerati solo un problema per le generazioni future: siamo di fronte a una crisi devastante che solo quest’anno ha avuto un impatto significativo su 1 bambino su 10 nel mondo. Molti di loro fuggono dalle loro case, dipendono dagli aiuti umanitari o perdono la loro istruzione». Una realtà che «mette in luce un’evidente disuguaglianza, con i Paesi a basso e medio reddito che sopportano le conseguenze peggiori degli eventi climatici estremi. È una questione di giustizia climatica – prosegue Ashing -. Alla Cop di quest’anno, i diritti, le voci e le vulnerabilità uniche dei bambini devono essere una priorità assoluta nelle discussioni cruciali sui finanziamenti per il clima, sull’adattamento e sui negoziati in generale. La crisi climatica è una crisi dei diritti dei bambini e un’azione urgente da parte dei leader mondiali non è negoziabile».
Save the Children Italia sarà presente alla Cop29 il 14 novembre con l’evento “Dalla politica alla pratica: la finanza climatica a misura di bambino”, in collaborazione con ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale e con il movimento Giovani per Save the Children.
7 novembre 2024