Verso il Giubileo: l’Università Cattolica “in cammino con i giovani”

Concluso, nella sede romana dell’ateneo, il seminario “Generatori di speranza”. Il confronto del cardinale presidente Cei Zuppi con il rettore Elena Beccalli. «L’università sia un luogo che insegni il noi. Guardando oltre la rassegnazione»

Sperare, oggi, sembra impossibile. Imperversano guerre senza una via d’uscita. Ma essere generatori di speranza «significa proprio sperare anche quando tutto sembra perduto, leggendo i segni dei tempi non in maniera negativa, ma con estrema fiducia». È l’invito del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, che oggi, 12 settembre, è intervenuto durante la giornata conclusiva del seminario “Generatori di speranza. In cammino con i giovani nella luce del Giubileo”, che ogni anno riunisce i docenti di teologia e gli assistenti pastorali di tutte le sedi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Il porporato si è confrontato con la professoressa Elena Beccalli, rettore dell’Università Cattolica, nel dialogo “Per un ateneo generatore di speranza”, moderato da Alessandro Zaccuri, direttore della Comunicazione dell’ateneo, nel Centro Congressi della sede romana. «C’è la guerra? Ci deve essere anche la speranza della pace – ha esortato il cardinale -. È presente molta rassegnazione. La speranza va oltre, cerca quello che non è evidente, mentre la disillusione fa esattamente il contrario. La speranza è vedere nel presente il futuro e noi abbiamo il dovere di essere generatori di speranza», ha sottolineato ancora Zuppi, che ha mostrato l’importanza di un processo comunitario anche nell’educazione.

«Non c’è speranza con l’individualismo. L’università sia un luogo che insegni il noi, facendo riscoprire e appassionare alla Laudato Si’ e alla Fratelli Tutti del Papa». Da qui il pensiero ai giovani, che devono essere i protagonisti, diventando così veri pellegrini di speranza. «Non c’è educazione senza coinvolgimento. Per questo anche i vecchi devono sognare – ha detto il presidente dei vescovi italiani -. Troppe volte ci accaniamo nelle spiegazioni, nelle istruzioni per l’uso, senza condirle di sogni e speranze. Dobbiamo piantare alberi che non vedremo mai, ma che potranno essere ammirati dagli altri». Riflessioni, queste, da riscoprire in vista del Giubileo, ha continuato il porporato, che «non è un momento catartico attraverso il quale ci si trasforma in ciò che non si è ma un‘occasione di perdono e autocoscienza che ti mette seriamente di fronte a quello che sei e ti aiuta a fare delle scelte». Zuppi, infine, si è augurato che gli auspici contenuti nella Bolla di indizione, come quelle riguardanti il mondo carcerario e l’impegno per la pace, possano essere veramente realizzati.

Anche il rettore Elena Beccali ha incitato a «non cadere nella disperazione» e ha invitato i docenti della Cattolica a «essere artigiani di speranza, cogliendo le esigenze dei giovani che nel lavoro sembrano essere sempre più orientati a guardare alla realizzazione di sé e ad aiutare la società, piuttosto che puntare solo al guadagno». Gli studiosi, ha continuato la rettrice, con il loro contributo scientifico «possono imprimere dei cambi di sguardo rispetto ai segni dei tempi. Una missione che ci riporta all’intenzione originaria di padre Gemelli, che parlava della necessità di avere un focolaio di ricerca scientifica», sono ancora le sue parole.

Parlando dei giovani, Beccalli ha sottolineato anche la necessità di «analizzare sempre meglio i loro comportamenti – lavoro svolto dall’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori -, e di educarli ai loro limiti, perché la società genera delle asticelle che molto spesso non riescono a gestire. I ragazzi siano veri protagonisti, non solo meccanismi di un ingranaggio». Infine, in vista del Giubileo si è augurata che inizi un processo di rigenerazione nei confronti del debito ecologico e delle discipline economiche, che «sono intrise di speranza, perché si basano sull’aspettativa, ma molto spesso non la alimentano».

Infine, sulla stessa scia di Zuppi, ha invitato a «passare da una dimensione dell’io a una dimensione del noi; da modelli economici orientati all’individualismo al bene comune. Qui entra il gioco il ruolo delle università come poli educativi e centri di ricerca». Due poli che devono collaborare per generare speranza, che «significa entrare nelle piaghe della storia, della ricerca e dell’educazione», ha evidenziato il vescovo Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico della Cattolica, tracciando le conclusioni del seminario alla fine della mattinata. L’ateneo, ha anticipato,  «farà richiesta affinché le cappelle dell’università possano diventare chiese giubilari, dove promuovere catechesi e percorsi spirituali». Per camminare sempre meglio con i giovani nella luce dell’Anno Santo.

12 settembre 2024