Verso il Giubileo: le iniziative della basilica vaticana all’insegna della solidarietà

Presentate le “azioni di carattere sociale”: dai Rosari del mare al reinserimento lavorativo dei detenuti, dalla cena per 150 senza dimora all’adorazione notturna

Mario – il nome è di fantasia – ha iniziato a lavorare in Vaticano lo scorso 1° settembre. Ma non è un dipendente come gli altri, bensì un detenuto accolto grazie al progetto “Seconda Chance”. Una delle “azioni di carattere sociale” promosse dalla basilica di San Pietro in vista del Giubileo del 2025, pensate per persone rifugiate e carcerate e presentate oggi, 5 dicembre, in una conferenza stampa. Ecco, allora, i “Rosari del mare”, in collaborazione con la fondazione “Casa dello Spirito e delle Arti”, e il programma di reinserimento lavorativo di detenuti, in collaborazione con l’associazione “Seconda Chance” e il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Intanto sabato sera, 9 dicembre, in occasione dell’accensione dell’albero e della benedizione del presepe di Greccio in piazza San Pietro, la parrocchia di San Pietro organizza una cena con 150 persone senza fissa dimora, insieme al dicastero per il Servizio della carità e con il supporto del Governatorato.

La Fondazione “Casa dello Spirito e delle Arti” è presieduta da Arnoldo Mosca Mondadori e da Marisa Baldoni, lavora in attività di organizzazione di progetti sociali, con l’obiettivo di rendere possibile l’espressione dei talenti e il recupero della dignità di ogni persona. Tra questi c’è “Rosari del mare”, nato a settembre 2023, che impiega persone rifugiate nella produzione di Rosari da vendere poi ai pellegrini che giungono nella basilica di San Pietro. Il materiale utilizzato è il legno delle imbarcazioni dei migranti che hanno attraversato il Mediterraneo per raggiungere l’Italia.

“Seconda Chance”, associazione fondata e presieduta dalla giornalista Flavia Filippi, costituitasi nel 2022 ma operativa da alcuni anni, aiuta invece il reinserimento professionale di detenuti e di ex detenuti, con già quasi 240 carcerati reinseriti nel mondo del lavoro grazie alla “legge Smuraglia”, che assicura un credito di imposta agli imprenditori che assumono chi proviene dal carcere. Come Mario, appunto, che lavora alla Fabbrica di San Pietro come elettricista. E intanto si cercano di favorire nuovi ingressi. «Diversi colloqui di selezione sono in corso per altre posizioni presso la Fabbrica di San Pietro – dichiara Filippi -. Siamo già tornati a Rebibbia e a Regina Coeli per valutare alcuni candidati. Il progetto si diffonde con una velocità impressionante». Mentre Giovanni Russo, presidente del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), con cui entrambe le realtà collaborano e hanno accordi, osserva: «Il lavoro è uno strumento per ritrovare sé stessi, per ricostruire una personalità e consente ai detenuti di stabilire nuove relazioni sociali» essenziali nel reinserimento dopo la pena che, ricorda ancora Russo, «non deve mai mettere in discussione la dignità della persona».

Il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della basilica vaticana, vicario generale del Papa per la Città del Vaticano, offre la cornice in cui si inseriscono le “azione di carattere sociale”: «Per la tradizione ebraica il Giubileo cadeva al termine di sette settimane di anni, il cinquantesimo anno, e aveva diverse implicazioni sociali ed economiche». E aggiunge: «Nel giubileo gli ebrei caduti in disgrazia, divenuti “schiavi” dei propri fratelli per restituire debiti, venivano liberati e le proprietà che erano state vendute a causa di difficoltà finanziarie venivano restituite ai proprietari originari».

Secondo Gambetti sono tre gli assi su cui si svolge il cammino giubilare: la gratuità, la giustizia e il perdono. «Nessuno di noi è frutto di sé stesso, il Giubileo è un cammino di gratuità e quindi di gratitudine»; per lo stesso motivo «è necessario praticare un percorso di giustizia che vuol dire ridurre al minimo le sperequazioni sociali e le diseguaglianze. È necessario con il Giubileo combattere la povertà materiale, spirituale e culturale». In questo senso, il sabato sera la basilica rimarrà aperta per l’adorazione eucaristica «fonte inesauribile di bene», alle 21 all’Altare della Confessione. Quanto al perdono, per il cardinale arciprete «solo con esso le inevitabili ruggini e i conflitti», dalla famiglia alla società fino a quelli internazionali, «possono risolversi e trasformare il male in bene».

5 dicembre 2023