Verso il Concistoro, Pizzaballa: «Gerusalemme, cuore e periferia del mondo»

Alla vigilia dell’appuntamento del 30 settembre, l’incontro con alcuni dei nuovi cardinali, organizzato dalla Sala stampa vaticana. «Le migrazioni, fenomeno globale»

È in programma per domani, 30 settembre, il Concistoro ordinario pubblico per la creazione di 21 nuovi cardinali. Tra questi, il patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa, che ieri, 28 settembre, ha partecipato all’incontro organizzato dalla Sala stampa della Santa Sede con i giornalisti. Rispondendo alla domanda del Sir – «Da domenica cosa cambia per lei e la terra Santa» -, il patriarca ha affermato: «Per me non cambia molto, è una presa di coscienza di un impegno e una responsabilità in più. Per la Terra Santa forse c’è anche l’orgoglio di avere finalmente una porpora a casa loro». Quindi si è soffermato su  Gerusalemme, che «è considerata storicamente il cuore del mondo, ma è anche una periferia del mondo. È un luogo di conflitti politici e anche religiosi, dove ci sono disuguaglianze sociali, economiche, civili enormi: in questo – ha aggiunto – corrisponde all’immagine di periferia così cara al Papa, ma allo stesso tempo ha un richiamo universale indiscutibile. Questa apparente contraddizione rende Gerusalemme un luogo unico, e con questa porpora cardinalizia forse ora avrà più attenzione nel panorama della Chiesa universale e da parte della comunità internazionale».

Nel colloquio con i giornalisti, anche il tema delle migrazioni, che Pizzaballa definisce un «fenomeno globale», raccontando che «in Israele ce ne sono oltre 100mila, tra migranti, rifugiati e lavoratori stranieri». La Terra Santa infatti non è solo un Paese di partenze ma anche di approdo. «Da una parte nella comunità cristiana il numero dei cristiani locali diminuisce; dall’altra c’è l’arrivo dei cristiani di altre nazioni, come le Filippine, l’India, l’America Latina e la Cina». Nell’analisi del patriarca, «l’immigrazione è un fenomeno globale che riguarda ormai anche noi, come tutto il mondo, e che merita attenzione, perché non è esente da fenomeni di discriminazione, abuso, violazione dei diritti fondamentali delle persone. Non c’è una soluzione, italiana, polacca o israeliana al problema migratorio: è un fenomeno che ha bisogno dell’attenzione di tutta la comunità internazionale, che deve imparare a prenderne coscienza – ha continuato -. Se c’è in tutto il mondo uno scambio di merci, di energia, di economia, non si può non pensare che ci debba essere anche uno scambio tra persone che accompagnano i flussi». Dal futuro cardinale, il monito è a «imparare a gestirli in maniera rispettosa della dignità delle persone e a prendere atto che le nostre società, in futuro, saranno sempre più multireligiose e pluriculturali. In questo senso – ha concluso -, Gerusalemme può essere un laboratorio interessante».

29 settembre 2023