Verso Cop28, il Wfp: proteggere i vulnerabili dalla crisi climatica

A una settimana dal prossimo vertice Onu sul clima, il World food programme sottolinea la necessità di sostenere le persone che vivono «a un passo dal disastro»

«La crisi climatica non deve essere necessariamente anche una crisi alimentare, ma è esattamente ciò che sta accadendo». A sottolinearlo è Cindy McCain, direttrice esecutiva del World food programme (Wfp), il Programma alimentare mondiale, a una settimana dall’inizio della 28ª Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, in programma all’Expo City di Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre. La tesi è che per frenare la spirale della fame, il mondo deve rapidamente aumentare la protezione delle persone vulnerabili che sono in prima linea nella crisi climatica. Basti penare che solo lo scorso anno eventi climatici estremi hanno spinto 56,8 milioni di persone verso una grave insicurezza alimentare.

«Molti dei Paesi più fragili del mondo, devastati da conflitti, instabilità e povertà, sono quelli più colpiti dal cambiamento climatico – rileva Cindy McCain, direttrice esecutiva Wfp -. La crisi climatica non deve essere necessariamente anche una crisi alimentare, ma è esattamente ciò che sta accadendo. Abbiamo il dovere collettivo di proteggere e sostenere le persone che vivono a un passo da questo crescente disastro, e dobbiamo farlo ora». Alla Cop28, dunque, il Wfp chiederà che ci sia un sostegno immediato per aumentare la protezione climatica a favore delle comunità soggette a insicurezza alimentare, le cui vite e mezzi di sostentamento sono minacciati dal riscaldamento globale, in particolare in contesti fragili e colpiti da conflitti. Le comunità hanno bisogno di accedere a informazioni di allerta precoce, a protezione finanziaria attraverso uso anticipato di contanti prima che si verifichino disastri e ad assicurazioni climatiche per raccolti e bestiame, nonché a sistemi di protezione sociale reattivi agli shock. Senza un’azione decisiva e trasformativa per allertare e proteggere le comunità dai disastri e dagli eventi meteorologici estremi, il mondo vedrà crescere fame, insicurezza e sfollamenti.

Secondo gli esperti, il 2023 sarà l’anno più caldo mai registrato e il mondo si sta avvicinando pericolosamente al superamento permanente del limite critico di 1,5°C del riscaldamento globale. La prima metà di quest’anno ha visto il ciclone tropicale più lungo mai registrato nell’Africa australe e ondate di caldo e incendi da record in Europa, Nord America e Asia. Le piogge arrivate dopo la siccità di tre anni nel Corno d’Africa hanno portato inondazioni improvvise e sfollamenti di massa, invece di dare sollievo agli agricoltori. Con 333 milioni di persone che si trovano ad affrontare una grave insicurezza alimentare e un deficit, quest’anno, di oltre il 60 per cento nei finanziamenti del Wfp, è fondamentale che il mondo dia priorità alla protezione delle persone dai prevedibili shock climatici, avvertono dall’agenzia Onu, prima che precipitino nell’insicurezza alimentare.

23 novembre 2023