Il ventennale di Peter Pan onlus «Il vero premio ? Le famiglie»

Rilancia l’impegno l’associazione che a Roma accoglie in tre case, con 33 stanze, i bambini affetti da malattie oncologiche e in cura presso Bambino Gesù e Umberto I e i loro genitori

L’isola che non c’è esiste e si trova a Roma, alle pendici del Gianicolo. Per arrivarci basta trovare le tre stelle, ovvero le tre case di Peter Pan, la onlus che dal 1994 accoglie i bambini affetti da patologie oncologiche e in cura presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e il Policlinico Umberto I e le loro famiglie, offrendogli non semplicemente un tetto gratuito, ma una vera e propria casa.  Oggi l’associazione compie 20 anni e tanti sono i traguardi raggiunti, gli obiettivi centrati, le esperienze maturate, illustrate questa mattina in una conferenza alla Camera dei Deputati.

«Oltre a riconoscimenti ufficiali, come la Medaglia d’Oro per meriti nella Sanità Pubblica ricevuta nel 2004, il vero premio per noi sono le famiglie. Nelle nostre case c’è ascolto, emozione, preparazione – afferma il presidente dell’associazione, Giovanna Leo -. Abbiamo oltre 200 volontari che coprono turni 24 ore al giorno. Li cerchiamo fortemente motivati perché il loro compito è quello di dedicarsi in modo caloroso alle famiglie che arrivano, di alleggerirle di un peso in un momento di estrema difficoltà e smarrimento».

La onlus oggi è indicata come esempio di integrazione socio-sanitaria: «Grazie a Peter Pan – dice Giuseppe Profiti, presidente dell’Ospedale Pediatrico bambino Gesù – stiamo aprendo un nuovo fronte di ricerca perché ci siamo accorti che la capacità di ricreare il contesto in cui vive normalmente il bambino ha una correlazione con l’efficacia delle terapie di cura. In sostanza, c’è una sorta di scienza dell’accoglienza che rende più efficace la scienza medica».

La onlus, che si avvale di tre strutture abitative per un totale di 33 stanze, apre le porte a quelle famiglie che per curare i propri figli sono costrette a lasciare la città di origine, a volte il Paese, e si ritrovano sole, in una grande città sconosciuta. Andrebbero sicuramente incontro a spese di alloggio per i più insostenibili, oltre ad affrontare, sempre da soli, un percorso difficile e stressante, spesso doloroso. All’interno delle tre case di Peter Pan ogni famiglia ha la sua stanza ma tutte vivono insieme.

Colazione, pranzo e cena si fanno intorno alla stessa tavola, i momenti di svago e d’istruzione sono vissuti in maniera conviviale come in una famiglia. La casa nasce dal desiderio e dall’esperienza di Maria Teresa Fasanelli, fondatrice e oggi socio onorario della onlus: «Nel 1989 ho passato un inverno in America, per far curare mio figlio affetto da un tumore. Sono stata accolta da una struttura come è oggi Peter Pan e fu proprio mio figlio – racconta – a chiedermi di poter realizzare una realtà così a Roma. Lui, alla fine non vinse la sua battaglia e oggi io combatto per far guarire i bambini degli altri».

Dal 2000, anno di apertura della prima casa, “Peter Pan” ha accolto oltre 600 famiglie, 2.200 persone provenienti per l’80% da 18 regioni italiane e per il restante 20% da 24 Paesi del mondo. In questi 20 anni le ore si servizio offerte sono state oltre 300.000.

Numeri da cui le istituzioni sono completamente assenti: «La cultura del dono non può essere interpretata dallo Stato come fuga dalle proprie responsabilità – ha detto il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, che proprio in concomitanza con la sua elezione, nel 2013, scongiurò lo sfratto ad una delle case di Peter Pan -. Il principio di sussidiarietà deve spingere lo Stato a sostenere, con le forme più avanzate, questo tipo di iniziative. Sono queste le realtà che cambiano il volto di un Paese».

Tante le iniziative in campo per il ventennale della onlus tra cui incontri formativi, mercatini natalizi, una mostra fotografica e il tradizionale spettacolo di Natale presso il teatro Olimpico di Roma, in programma l’8 dicembre. Tutte le informazioni e gli eventi in programma sono sul sito www.peterpanonlus.it .

 12 novembre 2014