Mentre prosegue, in molte zone del Paese, il blackout iniziato lunedì 25 marzo, il presidente autoproclamato del Venezuela Juan Guaidò convoca per sabato 30 marzo una nuova giornata nazionale di protesta, «contro le mancanze dei servizi pubblici e per chiedere la cessazione dell’usurpazione». Nelle parole di Guaidò, le alternative al momento sono due: «O consegnarci all’oscurità che il regime pretende di imporci o continuare a organizzarci e a protestare per arrivare alla libertà».

Si moltiplicano, intanto, segnalazioni provenienti da vari ospedali del Paese, che non possono garantire assistenza sanitaria ai pazienti a causa dei problemi legati al blackout e al mancato funzionamento dei sistemi elettrici di emergenza. La situazione più grave, come già avvenuto nelle scorse settimane, si registra nel nordovest, soprattutto nello stato del Zulia e nella Capitale Maracaibo. L’Unione europea nel frattempo ha stanziato altri 50 milioni di euro da destinare ad aiuti umanitari per il Venezuela e l’Organizzazione degli Stati americani  ha approvato a maggioranza (19 voti a favore, 5 contro e 8 astensioni) una risoluzione proposta dalla Colombia, nella quale si chiede agli organismi di sicurezza venezuelani di non bloccare l’ingresso degli aiuti umanitari, ancora fermi in località di confine.

28 marzo 2019