Si conclude venerdì 12 luglio la 112ª assemblea plenaria della Conferenza episcopale venezuelana (Cev) in corso a Caracas da domenica scorsa, 8 luglio. Al centro, l’analisi della situazione del Paese, insieme a importanti temi ecclesiali: dall’imminente Sinodo sull’Amazzonia alla protezione dei minori; dalla riforma del Segretariato permanente dell’episcopato venezuelano al mese missionario straordinario convocato per ottobre, fino all’assemblea nazionale di pastorale per il 2020. All’assise partecipa anche monsignor Jorge Carlos Patrón Wong, segretario per i Seminari della Congregazione per il Clero, che in questi giorni sta parlando della formazione dei sacerdoti con i vescovi ma anche con seminaristi, formatori, animatori vocazionali.

Sulla crisi venezuelana si è soffermato, in apertura dei lavori, l’arcivescovo di Maracaibo José Luis Azuaje Ayala, presidente della Cev. Nei primi 6 mesi dell’anno, ha osservato, si è aggravata ancora di più la condizione di vita dei venezuelani, a causa del collasso sistematico dei servizi pubblici, dell’aumento della violenza, dell’incremento dell’emigrazione e delle nuove scelte economiche del governo. Tutti aspetti che, in sintesi, sono il risultato della perdita della direzione democratica in uno Stato senza limiti istituzionali. Azuaje ha esortato quindi «i figli e le figlie della Chiesa a saper sintetizzare le responsabilità quotidiane con la vita di fede, impegnandosi ogni giorno nella ricerca di una società che dia opportunità di sviluppo umano integrale». E ha invitato a «mantenere la speranza» di fronte alle difficoltà, «essendo coscienti che ogni cambiamento importante ha un costo, consistendo molte volte in una lotta tra il bene e il male». La Chiesa, in ogni caso, «continuerà a stare accanto al popolo e soprattutto a coloro che soffrono e ai più vulnerabili».

Atteso per la giornata di domani, 11 luglio, il messaggio dei vescovi a tutto il Paese.

10 luglio 2019