Venezuela, Guaidó annuncia il suo rientro

Il rischio dell’arresto. Convocate due giornate di mobilitazione, il 4 e 5 marzo. A San Cristóbal, al confine con la Colombia, la processione «di fede e speranza» guidata dal vescovo Mario Moronta

Dopo alcuni giorni trascorsi fuori dal Paese, nei quali ha partecipato al vertice del Gruppo di Lima ed è stato a Brasilia e Buenos Aires, il presidente autoproclamato Juan Guaidó ha annunciato il suo rientro in Venezuela, convocando per oggi, 4 marzo, e domani due giorni di mobilitazione nazionale. Il timore infatti è che al suo ritorno  possa essere arrestato e le manifestazioni hanno, tra l’altro, l’obiettivo di rendere più difficile tale eventualità.

Intanto, nel fine settimana la Chiesa ha proseguito nel suo cammino accanto alla popolazione. A San Cristóbal, al confine con la Colombia, il vescovo Mario Moronta, ha guidato venerdì 1° marzo una processione «di fede e speranza per la vita» lungo le strade della città. L’obiettivo: incentivare la preghiera per la pace, la giustizia, la libertà e la riconciliazione in Venezuela, con lo slogan “Cristo cammina con il suo popolo e il popolo cammina con il suo Redentore e Salvatore”.

«Il tuo popolo chiede giustizia – ha detto il presule nella sua intenzione di preghiera – perché si riconosca la sua dignità, così calpestata dalle burle e lo scherno di chi si considera superiore a tutti gli altri. Giustizia per poter vivere nella pace, che nasce dalla tua morte e risurrezione. Qui – ha proseguito – c’è il grido straziante dei malati, di tutte le età e condizioni, che non trovano le medicine per curare la loro salute». Il vescovo ha ricordato anche le tristi realtà del narcotraffico, del contrabbando e della corruzione, ribadendo che «il compito urgente è la riconciliazione». Inevitabile anche un riferimento al mancato arrivo degli aiuti umanitari,  tuttavia, ha sottolineato il presule, «i veri e propri aiuti umanitari, che non possono essere frenati o incendiati o bloccati da qualcuno, sono i nostri»: in particolare «il nostro amore, la nostra solidarietà, quello che facciamo gli uni per gli altri».

4 marzo 2019