Vania De Luca, prima donna alla guida dell’Ucsi

Incontro, dialogo, onestà: queste le parole chiave per la vaticanista Rai, eletta alla presidenza dell’Unione cattolica stampa italiana

Incontro, dialogo, onestà: le parole chiave per la vaticanista Rai, eletta alla presidenza dell’Unione cattolica stampa italiana. «Favorire la costituzione di una rete di giovani»

Alla scrivania. Scrive e sceglie le immagini per montare il nuovo servizio. Vania De Luca, vaticanista di RaiNews24, è la nuova presidente nazionale dell’Ucsi, l’Unione cattolica stampa italiana. L’associazione, nata nel 1959, riunisce circa 1.200 giornalisti. Tra i suoi presidenti, Emilio Rossi, storico direttore del Tg1, Massimo Milone, attuale direttore di Rai Vaticano, e Andrea Melodia, con una lunga esperienza in Rai con ruoli dirigenziali. Nuovi vicepresidenti sono Donatella Trotta (Il Mattino) e Antonello Riccelli (Telegranducato); segretario è Maurizio Di Schino (Tv2000). «Porto nel cuore le parole di Papa Francesco, la sua sollecitazione affinché le donne mostrino il loro sguardo differente nel guardare il mondo», dice De Luca.

Lei, che per due mandati ha guidato l’Ucsi Lazio, è la prima donna presidente nazionale. Come sarà l’Ucsi al femminile?
Direi che non esiste un’Ucsi maschile e una femminile. È un’associazione di giornalisti, uomini e donne, che da sempre hanno lavorato insieme. Indice di una volontà di riconoscersi. Questo non cambia. La sensibilità femminile è nell’esprimere al meglio i valori dell’Ucsi. Lo sguardo femminile include, con una volontà di dialogo anche con chi ha un punto di vista differente, senza andare allo scontro, senza procedere nella logica dei vinti e dei vincitori. Comunque nell’associazione ci sono molte donne come presidenti regionali o nei direttivi.

Quali le priorità dell’associazione?
Si prosegue l’esperienza della scuola di alta formazione intitolata a Giancarlo Zizola per i futuri quadri dirigenti Ucsi e per l’aggiornamento professionale dei colleghi. Poi l’Osservatorio di mediaetica per la vigilanza sulla correttezza dell’informazione e del sistema dei media in Italia con attenzione al tema di media e minori. Poi, iniziative di confronto, con particolare attenzione alla riforma della Rai.

E la cosa che più le sta a cuore?
Favorire la costituzione di una rete di giovani a livello nazionale, con una proposta mirata e coinvolgente a loro dedicata. Il problema della precarietà e la difficoltà a trovare strade provoca un forte scoraggiamento nei giovani. È innegabile che il percorso per i giornalisti oggi è più difficile rispetto alle generazioni passate.

Quali le parole chiave che guideranno l’Ucsi sotto la sua presidenza?
Incontro, dialogo, onestà. E, poi, aggiungo, la parola “insieme”, perché oltre al piccolo gruppo dirigente nazionale, l’Ucsi è articolata nei territori – ogni regione ha il suo presidente – e accompagnata nel suo cammino dal consulente nazionale, padre Francesco Occhetta, scrittore di Civiltà Cattolica. Il dialogo è pane quotidiano, l’unica strada per non chiudersi, rispetto alle tante differenze che si affacciano sui nostri orizzonti e ci interrogano. L’onestà è molto importante: è proprio dei giornalisti e dei cattolici cercare la verità. Si può sbagliare, ma se c’è onestà di fondo si supera anche l’errore.

Papa Francesco più di una volta ha messo in evidenza lo sguardo differente delle donne, la capacità di andare oltre. Queste parole come la sollecitano?
Quello che il Papa sta chiedendo non è tanto riconoscere degli spazi e ruoli, ma capire l’identità femminile: che cosa non ha espresso, un suo sguardo sul mondo e sulle cose che finora è stato molto maschile. Nel femminile c’è un riflesso dell’amore di Dio che non è stato dato nel maschile. Le donne hanno da esprimere questo specifico: una capacità di accoglienza, comprensione, inclusione, cura. Direi che la parabola del Padre misericordioso  è l’icona di questo anno giubilare. L’abbraccio del Padre che accoglie ha tutto del materno e del paterno. E questo lo ha espresso bene nel ’600 Rembrandt nel suo dipinto “Ritorno del figliol prodigo”. Le due mani del padre sono una maschile e l’altra femminile, con quell’abbraccio di Padre che accoglie il figlio sul suo ventre, come una madre.

14 marzo 2016