Vallini alla Fondazione Santa Lucia: «Non scoraggiatevi mai»

Il porporato ha visitato l’Istituto ed è rimasto con i malati: «Vi porterò nel mio cuore attraverso la Porta santa di San Pietro»

Il porporato ha visitato l’Istituto ed è rimasto con i malati: «Vi porterò nel mio cuore attraverso la Porta santa di San Pietro»

«Martedì vi porto tutti con me in piazza San Pietro. Mi faccio vostro rappresentante e quando passerò attraverso la Porta Santa pregherò anche per tutti voi». Questa la promessa del cardinale Agostino Vallini ai malati ospiti della Fondazione Santa Lucia di via Ardeatina. Domenica 6 dicembre, il vicario di Roma ha celebrato la Messa nella cappella della struttura e, nell’omelia, ricordando che stiamo per vivere «una grazia speciale come quella del Giubileo», ha sottolineato che «la Porta Santa è anche in ospedale, anche al Santa Lucia».

Rivolto al cappellano don Gilberto Serpi ha ribadito che «anche la cappella diventa Porta Santa, l’ha detto il Papa, la riconosce come tale perché arrivi la grazia del Giubileo». «Che bello sarebbe se ognuno di noi vivesse il Giubileo ricominciando a riequilibrare tutte le relazioni umane secondo la volontà del Signore – ha aggiunto Vallini –. È utopia pensare che il mondo cambi ma se nel quotidiano diventiamo uomini e donne di pace e serenità questo nostro mondo un po’ intristito, scoraggiato e sconfortato può diventare un mondo che riprende salute».

La Fondazione ha 320 posti letto, 6 unità operative, 750 dipendenti tra medici, terapisti e infermieri più 250 lavoratori esternalizzati per le cucine e le pulizie. «Ogni anno dimettiamo in media 2.300 pazienti a fronte di 5.000 domande di ricovero – ha spiegato il direttore sanitario Antonino Salvia –. Forniamo ogni anno 400 mila prestazioni ambulatoriali e riabilitative per l’età pediatrica». La cosa che colpisce percorrendo le corsie dell’ospedale è vedere tanti giovani ricoverati. «Su 300 pazienti – ha detto Salvia – il 25% è composto da giovani al di sotto dei 30 anni. Tutti qui per traumi dovuti ad incidenti stradali».

La struttura svolge inoltre intense attività di ricerca: in Italia è il primo Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico in ambito delle neuroscienze e il quinto in assoluto. «Siamo qualificati anche in ambito didattico – ha concluso Salvia -. Abbiamo 300 studenti, futuri infermieri, fisioterapisti, logopedisti, grazie ad una convenzione con l’Università di Tor Vergata».

Non mancano però i problemi. La struttura è da anni al centro di una querelle con la Regione Lazio. «Viviamo una situazione molto difficile – ha spiegato il direttore generale Luigi Amadio -. Da circa otto anni c’è il tentativo da parte della Regione Lazio di cambiare la nostra struttura, dequalificarla e depotenziarla. Abbiamo fatto vari ricorsi e li abbiamo vinti tutti ma ad oggi non ci vengono riconosciuti i fondi per le assistenze e i rimborsi sono inferiori del 40% sui costi. Ci siamo detti più volte disponibili a trovare un accordo ma dall’altra parte incontriamo un muro».

«La Fondazione è un’eccellenza nel campo della riabilitazione ma ha anche le sue croci – ha detto il cardinale Vallini a proposito della grave situazione che sta vivendo –. Però voi andate avanti con coraggio e non scoraggiatevi mai». Il cardinale Vallini ha esortato gli ammalati ad accettare la malattia affidandola al Signore: «Potete dire sto cooperando alla salvezza del mondo in modo pesante e misterioso perché guardando il Crocifisso so che anche la mia croce ha un senso». Prima di andare via il cardinale ha benedetto il presepe allestito nella cappella e ha rivolto un invito a tutti i presenti: «Fate e diffondete il presepe, perché riunisce, fraternizza e fa bene».

 

7 dicembre 2015