Vallini ai nuovi diaconi: «All’altare per servire»

Ordinati in dieci dal cardinale vicario, sabato 29 ottobre, a San Giovanni in Laterano: «Il servizio ai poveri presecuzione del servizio in chiesa»

Ordinati in dieci dal cardinale vicario, sabato 29 ottobre, a San Giovanni in Laterano: «Il servizio ai poveri presecuzione del servizio in chiesa»

Indica nel «desiderio di servire» l’elemento da «custodire nel cuore». Ricorda che «servire all’altare non vuol dire essere in evidenza rispetto agli altri membri della comunità cristiana, ma farsi formare dall’Eucaristia». Il cardinale vicario Agostino Vallini si rivolge ai dieci nuovi diaconi (tre permanenti e sette transeunti) ordinati, sabato 29 ottobre, durante la Messa celebrata nella basilica di San Giovanni in Laterano. Durante l’omelia, il vicario del Papa li invita a far sì che «il servizio ai poveri» sia la «prosecuzione del servizio all’altare»: «Custodite il desiderio di andare in cerca e prestare sollievo agli ultimi della società, mettendo la vostra vita al servizio di Cristo, scoprendo il suo volto in quello dei fratelli».

Il cardinale Vallini cita il brano del Vangelo che presenta l’incontro di Gesù con Zaccheo. Ad ascoltarlo, tantissimi fedeli che hanno gremito la basilica. Ma i suoi interlocutori sono sempre i nuovi diaconi: «Non fuggite i tanti Zaccheo che incontrerete sul vostro cammino – dice loro -, fermatevi sempre, guardateli negli occhi, rivolgete loro la vostra parola accogliente, ascoltateli, aiutateli e poi portateli a Cristo». Quest’anno, per la prima volta, sono stati ordinati nella stessa celebrazione, attraverso l’imposizione delle mani del cardinale vicario e la preghiera consacratoria, sia i diaconi in vista del sacerdozio sia i diaconi permanenti.

Al fianco del cardinale, per concelebrare l’Eucaristia, anche i vescovi ausiliari Angelo De Donatis, Gianrico Ruzza e l’emerito Paolo Schiavon assieme ad altri due vescovi del Madagascar e al vicario del cardinale arciprete della Basilica di San Giovanni, il vescovo Luca Brandolini. Quattro dei diaconi che nei prossimi mesi diventeranno sacerdoti, hanno frequentato il Seminario Romano Maggiore e tre il Seminario missionario Redemptoris Mater. Tra i primi, tre sono romani: Gabriele Vecchione, 28 anni, Andreas Biancucci (27), e Mattia Pica (26). Il più giovane è Dario Loi, 25 anni: «Durante i funerali di Giovanni Paolo II mi sono accorto che la felicità è possibile anche essendo preti – racconta -. Così ho cominciato un percorso al seminario minore che mi ha portato qui. Adesso seguo nella parrocchia di Santa Gemma Galgani alcuni gruppi di giovani».

Al Redemptoris Mater, invece, si sono
preparati Rolando Rizzuto, romano, 27 anni; Marcin Spikowski, 30 anni, è originario della Polonia ma sarà incardinato in Madagascar, nella diocesi di Morundava: «Ho lasciato l’università per seguire il progetto di Dio per me. Durante il seminario ho sentito nel mio cuore il desiderio di andare in Africa per la missione. Sono già stato sette volte in Madagascar. La parola di Dio lì è poco conosciuta e voglio portarla in quei luoghi». Alfonso Torres Elias, 36 anni, è messicano ma ha cominciato la sua preparazione in Giappone. I nuovi diaconi permanenti sono tre.

Marcello Zottola, 50 anni, padre di
4 figli, opera nella parrocchia di San Giuda Taddeo Apostolo ed è responsabile del settore economico–finanziario della Prefettura di Roma. Nel suo passato il servizio ai malati come barelliere dell’Unitalsi nei viaggi a Lourdes: «La mia famiglia mi è stata vicina in questo cammino. Dopo che mi sono chiesto che senso avesse la mia vita, una serie di incontri mi ha portato a conoscere davvero il Signore e il suo amore per noi».

Domenico Di Giorgio, 51 anni e due figli, è amministratore di sistemi informatici. Svolge il suo ministero nella parrocchia di Santa Maddalena di Canossa come animatore nei gruppi di giovani e famiglie. Anche suo padre, Piero, era diacono. «Per la prima volta il percorso diaconale mi fu proposto 20 anni fa. Sei anni fa mi è stato chiesto dal nuovo parroco, ignaro che mi fosse stato già proposto. L’ho letto come un segno. Stavolta ho sentito che il Signore mi chiamava a questo servizio».

Mauro Papaleo, 63 anni e tre figli, è in pensione e opera nella parrocchia dei Santi Gioacchino e Anna. «Durante un pellegrinaggio alla Madonna a San Vittorino il mio parroco mi ha proposto un percorso diaconale. Dopo avere lasciato la banca in cui lavoravo, tutti gli impegni che di solito avevo svanivano. Come se il diaconato fosse una strada già tracciata dal Signore. Adesso voglio essere servo di Cristo». Al termine della Messa, un pensiero del cardinale Vallini per le famiglie dei diaconi permanenti: «Offrire i vostri familiari alla Chiesa non vuol dire perderli ma accrescere la fede».

 

31 ottobre 2016