Vallini agli universitari: «Compito del cristiano è seminare la gioia»

Al Seminario Maggiore l’incontro con studenti, docenti e personale di atenei e centri di ricerca della Capitale. L’invito alla comunione ecclesiale

Al Seminario Maggiore l’incontro con studenti, docenti e personale di atenei e centri di ricerca della Capitale. L’invito alla comunione ecclesiale

Un invito alla comunione ecclesiale, all’unione tra i vari carismi e spiritualità scoprendo le ricchezze di ognuno, ricordando che la Chiesa è comunione. È quello fatto ieri sera, lunedì 6 marzo, dal cardinale vicario Agostino Vallini, nell’incontro con gli studenti, i docenti, il personale tecnico-amministrativo e socio-sanitario delle università e dei centri di ricerca della Capitale impegnati nelle realtà ecclesiali. Partendo dalla lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi, nella quale li esortava «a essere tutti unanimi», il porporato, nella sala conferenze del Pontificio Seminario Romano Maggiore, ha dibattuto sul tema “Laici cristiani nella città”. Ventiquattro le realtà ecclesiali presentate da don Odoardo Valentino, cappellano della Lumsa. Tra queste: Sant’Egidio, Azione cattolica, Acli di Roma, Movimento dei Focolari, Pontificio ateneo Regina Apostolorum, prelatura dell’Opus Dei.

Il vescovo Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria, ha evidenziato che le diverse realtà «rappresentano esperienze significative nei vari ambienti in cui operano». Se però queste vogliono crescere, per Vallini è importante che lo facciano «insieme» arricchendosi l’uno con l’altro, fuggendo «dalle divisioni». In questo tempo di grandi trasformazioni, la città di Roma ha bisogno di percepire «questa esperienza di comunione intensa e io – ha incitato il cardinale – ho fiducia che saranno i giovani a farlo». Parlando ai tanti universitari presenti ha raccomandato che si può essere punti di riferimento in città, si può essere Chiesa, solo se ci si sente laici «che hanno qualcosa da dire con coraggio ma senza imporre nulla». La Chiesa non è fatta di divisioni e contrapposizioni, ha sottolineato ma da ricchezze e varietà di espressioni e «quando ciascuno sente di essere santificato nel Signore» deve divulgare «questa armonia di grazia che trasforma».

Per questo, i laici, intesi come la Chiesa di Roma, devono «presiedere all’unità nella carità e nell’amore in questo mondo che ci fa un po’ pena per le cattiverie, le ingiustizie, le calunnie e le violenze», perché essere Chiesa significa «ritrovarsi, apprezzarsi, arricchirsi e trarre giovamento gli uni dagli altri così che si possa percepire l’appartenenza alla Chiesa come qualcosa di prezioso». Per il vicario è specifico compito dei sacerdoti: «Aiutare a superare con impegno una visione chiusa di Chiesa, limitata e circoscritta».

La forza dell’unità dei giovani cristiani, della gioia che trasmettono, capace di attrarre loro coetanei, è stata testimoniata da una docente universitaria che da 26 anni insegna in Giappone. Una sua studentessa, buddista, osservando i suoi colleghi di corso, capaci di aiutarsi, di accettare le diversità culturali e di pensiero, ha deciso di convertirsi al cristianesimo. A chi ha chiesto al cardinale come sia possibile aiutare i coetanei, come raggiungere un’unione di pensiero, il porporato ha risposto che l’unica strada da percorrere «per testimoniare in maniera credibile è essere se stessi nella semplicità del cuore» perché il compito del cristiano non è «fare proseliti ma seminare la gioia» e può essere un esempio se è capace di dare un senso alla propria vita, «se è grato al Signore per il dono della vita e per il dono della fede».  Per questo è fondamentale, ha concluso Vallini, ritagliarsi spazi di silenzio e di riflessione e, riprendendo le parole di Papa Francesco, ha raccomandato: «Non dimenticate di tenere il Vangelo sul comodino al posto del telecomando».

7 marzo 2017