Vaccino e Green pass: italiani ed europei convinti dalle misure anti-contagio

L’Eurobarometro evidenzia che per il 72% dei cittadini Ue i benefici superano i potenziali rischi; cifra che arriva fino al 77% tra gli intervistati del Bel Paese

Nel sondaggio pubblicato oggi, 10 settembre, dal Parlamento europeo, effettuato in vista del dibattito sullo Stato dell’Unione europea del 15 settembre, quattro intervistati su cinque (81%) affermano che l’Ue dovrebbe fornire fondi solo agli Stati membri che rispettano lo stato di diritto e i valori democratici. I cittadini europei esprimono inoltre un grande sostegno ai vaccini, al green pass e alla gestione degli acquisti dei vaccini da parte della Ue. Il presidente del Parlamento David Sassoli ha dichiarato: «Il Parlamento europeo è stato chiaro sul fatto che i fondi per la ripresa dell’Ue non dovrebbero andare a governi che non rispettano i valori democratici fondamentali o non difendono lo Stato di diritto. Questo sondaggio conferma che la stragrande maggioranza dei cittadini dell’Ue è d’accordo. Se indebolisci costantemente i valori dell’Ue, non dovresti aspettarti fondi dell’Ue».

L’Eurobarometro evidenzia un chiaro sostegno dell’opinione pubblica europea alle politiche di vaccinazione messe in atto dagli Stati membri, anche grazie al ruolo chiave della Ue (valutato positivamente dal 64% degli europei e dal 69% degli italiani). Per quel che riguarda la sicurezza dei vaccini, il 72% degli europei considera (dichiarandosi completamente d’accordo e tendenzialmente d’accordo) che i benefici superino i potenziali rischi, una cifra che arriva al 77% in Italia, mentre la stessa vaccinazione è considerata un “dovere civico” dal 67% degli europei e dal 76% degli italiani. Percentuali molto simili a quelle che riscontrate dal Green pass, indicato come il sistema più sicuro per viaggiare, rispettivamente dal 65% degli europei e dal 75% degli italiani.

Secondo il sondaggio, il 53% dei cittadini concorda pienamente sulla necessità di un controllo efficace su come vengano spesi i fondi del Next Generation EU, con un ulteriore 32% tendenzialmente d’accordo. Solo l’8% degli intervistati nella Ue non condivide questa opinione. In Italia, le percentuali di chi chiede un controllo efficace sono del 59% (pienamente d’accordo) e del 27% (tendenzialmente d’accordo), mentre quella di chi è contrario è del 6%. Questa è una posizione condivisa dal Parlamento europeo, che attualmente sta valutando i piani nazionali di ripresa con la Commissione per garantire che questi fondi siano utilizzati in linea con gli obiettivi di una società europea più verde, più digitale e resiliente. Inoltre, l’opinione pubblica sostiene chiaramente la posizione assunta di recente dal Parlamento europeo nel dibattito sulla necessità di condizionalità, controllo e trasparenza nella gestione dei fondi per la ripresa. Ciò si evince dal continuo sostegno dei cittadini al rispetto dello Stato di diritto come condizione per l’erogazione di fondi dell’Ue. Quattro cittadini su cinque (81%) concordano sul fatto che «l’Ue dovrebbe fornire fondi agli Stati membri solo a condizione che i rispettivi governi applichino lo Stato di diritto e i principi democratici». La percentuale sale all’84% in Italia. I risultati dell’indagine mostrano un livello uniformemente elevato di sostegno a questa posizione in tutti gli Stati membri dell’Ue con relativamente poche variazioni. Il rispetto dello Stato di diritto è una delle principali preoccupazioni del Parlamento europeo.

I cittadini Ue valutano positivamente le premesse del Recovery Plan da 800 miliardi di euro: tre europei su cinque (60%) e due italiani su 3 (67%) ritengono che i progetti sviluppati nell’ambito di Next Generation EU aiuteranno il loro Paese a superare il danno economico e sociale causato dalla pandemia di coronavirus. Il 59% degli europei ed il 69% degli italiani afferma, inoltre, che il programma aiuterà il proprio Paese a prepararsi meglio alle sfide future. In quest’ottica, il sondaggio mostra anche che il 53% dei cittadini europei e di quelli italiani ha un’immagine molto o abbastanza positiva dell’UE, con, invece, rispettivamente il 19% ed il 21% che ne ha una abbastanza o molto negativa. I risultati del sondaggio suggeriscono, però, preoccupazione in una serie di Paesi dell’Ue su come i governi nazionali utilizzeranno effettivamente questi fondi addizionali. Mentre in media il 45% dei cittadini Ue ha fiducia nei propri governi nazionali, il 41% degli intervistati esprime dubbi, mostrando differenze significative nei livelli di fiducia in tutta l’Ue. Una sfiducia che solo parzialmente tocca l’Italia: a fronte di un 37% degli intervistati che si dice tendenzialmente o completamente sfiduciato, il 47% si mostra invece fiducioso nella gestione dei fondi da parte del governo nazionale.

Alla domanda su quali dovrebbero essere le priorità politiche del Parlamento europeo, gli intervistati a livello Ue hanno riportato al primo posto (scelta multipla) le azioni contro il cambiamento climatico, sostenute dal 43% dei cittadini. Ulteriori priorità (che corrisponde alle priorità del Parlamento per la ripresa post-pandemia) sono le misure per combattere la povertà e l’esclusione sociale (32%), il sostegno all’economia e la creazione di nuovi posti di lavoro, nonché la lotta al terrorismo (entrambe al 31%). La salute pubblica, la migrazione e l’asilo sono in quarta posizione al 27% ciascuno. Anche per gli italiani la lotta contro il cambiamento climatico dovrebbe figurare in testa alla lista delle priorità dell’agenda politica del Parlamento europeo, con l’appoggio del 48% degli intervistati, seguita dalle misure a supporto dell’economia e per la creazione di posti di lavoro, 41%, quelle per combattere povertà ed esclusione sociale, 33%, e quindi migrazione e asilo, al 30%, e salute pubblica, 29%.

10 settembre 2021