Usa, Trump annuncia la fine della separazione per le famiglie messicane

L’ordine esecutivo firmato la sera del 20 giugno. L’arcivescovo di Los Angeles Gomez: «Pone fine a una crudele politica». La richiesta di una legge che fornisca un percorso di cittadinanza per i “Dreamers”

Dopo giorni di pressione politica, interna al suo stesso partito, familiare – con la moglie e la figlia che avevano condannato la pratica – e civile, alla fine il presidente statunitense Donald Trump ha ceduto e nella serata di ieri, 20 giugno, ha firmato un ordine esecutivo con cui mette fine alla separazione dei bambini dai genitori che attraversano la frontiera illegalmente. La scelta di una politica migratoria a tolleranza zero aveva portato infatti 2mila minori a essere collocati in strutture di accoglienza mentre i genitori venivano imprigionati non per un reato minore ma per un crimine che richiedeva la detenzione. «Avremo confini forti, molto forti – le parole di Trump – ma terremo insieme le famiglie. Non mi piaceva la vista o il sentimento di separazione delle famiglie».

L’ordine comunque non risolve gli ostacoli legali alla detenzione per le famiglie, che un ordine giuridico del 1997 limita a un massimo di 20 giorni mentre la proposta dell’amministrazione sarebbe di protrarre il periodo. Ancora, nulla si dice dei bambini separati e in strutture di accoglienza e nulla si dichiara sui luoghi che da oggi dovrebbero ospitare le famiglie intere. Il vicepresidente Mike Pence ha chiesto che il Congresso agisca in settimana esaminando i due disegni di legge fortemente contestati dai vescovi americani, che però nulla dicono sulla politica di separazione e ora ricongiungimento familiare.

L’arcivescovo di Los Angeles, José Gomez, ha affidato a Twitter la sua riflessione: «Accolgo con favore l’ordine esecutivo del presidente che pone fine alla crudele politica di separazione familiare». Il presule insiste anche sull’approvazione di una legge bipartisan da parte del Congresso che fornisca un percorso di cittadinanza per gli immigranti introdotti illegalmente nel paese da bambini, i cosiddetti “Dreamers”.

21 giugno 2018